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Trump silura l'ambasciatore Usa a Kiev nominato da Obama

La defenestrazione dell’ambasciatore Usa in Ucraina è stata subito bollata dai media liberal come una “vendetta” di Trump contro i funzionari federali colpevoli di ostacolare l’attuazione delle politiche promosse dal tycoon

Trump silura l'ambasciatore Usa a Kiev nominato da Obama

Donald Trump ha recentemente richiamato in patria l’ambasciatore Usa in Ucraina, Marie Yovanovitch.

Il rappresentante diplomatico, inviato nel Paese est-europeo nel 2016 per decisione dell’allora presidente Obama, è stato infatti da poco estromesso dal suo incarico e tale decisione della Casa Bianca è stata subito bollata dai media americani di sinistra come una “vendetta” del tycoon contro i funzionari federali a lui ostili.

La rimozione della Yovanovitch ad opera di Trump è stata però subito presentata dall’ufficio-stampa del dipartimento di Stato come un provvedimento “pienamente legittimo” e inteso a determinare un “energico” cambio al vertice dell’ambasciata Usa a Kiev in concomitanza con l’insediamento del nuovo presidente ucraino Volodymyr Zelenskiy. L’estromissione della sessantenne Yovanovitch è stata poi giustificata da tale dipartimento evidenziando il fatto che costei sarebbe ormai prossima al pensionamento e che sarebbe quindi maturata la necessità di “svecchiare” la sede diplomatica statunitense in un teatro problematico come l’ex repubblica sovietica.

I media liberal, insieme al capogruppo dem alla Camera dei rappresentanti Steny Hoyer, hanno però ipotizzato altre motivazioni alla base dell’uscita di scena della funzionaria nominata da Obama. Ad esempio, la Cnn sostiene che la defenestrazione della Yovanovitch rientrerebbe in una strategia di Trump diretta a “purgare” l’amministrazione federale dai funzionari vicini all’establishment democratico, colpevoli di “ostacolare l’attuazione” delle politiche propugnate dal tycoon. La funzionaria sessantenne, oltre che per la sua vicinanza politica all’ex inquilino “progressista” della Casa Bianca, sarebbe stata rimossa dall’incarico in terra ucraina anche per il suo ruolo cruciale nell’esplosione dello scandalo Russiagate.

Sempre a detta della Cnn, la Yovanovitch avrebbe infatti incoraggiato le indagini del procuratore speciale Robert Mueller diffondendo numerose “notizie false” sui legami tra il magnate newyorchese e il Cremlino. Tale coinvolgimento dell’ambasciatore nella recente offensiva mediatico-giudiziaria contro l’inquilino della Casa Bianca era stato finora ripetutamente denunciato dal figlio primogenito dell’esponente repubblicano, Donald Trump Jr.

Costui aveva infatti più volte sollecitato il padre a licenziare la funzionaria vicina a Obama accusandola di “cospirare” contro il tycoon e di volere “rovesciare” l’esito delle presidenziali del 2016. Il figlio del leader “a stelle e strisce” aveva quindi propugnato la sostituzione, al vertice della sede diplomatica di Kiev, della Yovanovitch con Richard Grenell, attuale ambasciatore statunitense a Berlino dichiaratamente pro-Trump.

Nonostante il sostegno manifestato dal primogenito del magnate nei confronti di Grenell, la Casa Bianca non ha ancora ufficializzato il nome di chi subentrerà alla funzionaria defenestrata nel delicato scenario ucraino.

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