L’amministrazione Trump, dopo avere disposto sanzioni contro l’Ayatollah Ali Khamenei, ha appena messo nel mirino un’altra figura di spicco del governo iraniano, il ministro degli Esteri Mohammad Javad Zarif.
Il dipartimento del Tesoro federale, guidato dal segretario Steven Mnuchin, ha infatti da poco disposto provvedimenti restrittivi sul piano finanziario ai danni del capo della diplomazia di Teheran e dei suoi familiari. In particolare, le misure che penalizzano Zarif, ha spiegato lo stesso Mnuchin alla stampa Usa, consistono principalmente nel “congelamento” dei beni riconducibili al ministro del Paese islamico situati negli Usa, nonché nel divieto a suo carico di stipulare contratti con imprese statunitensi.
Il rappresentante dell’esecutivo iraniano, inoltre, è stato letteralmente “bandito” dal territorio a stelle e strisce, in quanto vi si potrà recare soltanto se l’amministrazione Trump gli accorderà“caso per caso” dei nullaosta. Di conseguenza, tale restrizione rischia di impedire al ministro di Teheran di recarsi a New York per prendere parte alle periodiche sessioni dell’Assemblea generale Onu.
Mnuchin ha poi esposto agli organi di informazione statunitensi le ragioni che hanno indotto le autorità di Washington a sanzionare Zarif. Alla base della linea dura dell’amministrazione federale vi sarebbe innanzitutto il fatto che costui sarebbe il “principale rappresentante e portavoce nel mondo” delle politiche promosse dal “terrorista Stato iraniano”. Un ulteriore motivo dell’offensiva di Washington contro il capo della diplomazia della nazione sciita sarebbe la decisione di Teheran di dichiarare, pochi giorni fa, il segretario di Stato americano Mike Pompeo “persona non grata”, intimandogli contestualmente di non entrare più in territorio persiano. Le restrizioni Usa inflitte recentemente al ministro del governo Rouhani sarebbero quindi una“ritorsione proporzionata” di Trump allo sgarbo compiuto in precedenza dal Paese islamico contro Pompeo.
Lo stesso Zarif ha successivamente rilasciato dei commenti ufficiali su quanto disposto contro di lui dal dipartimento del Tesoro. Egli, mediante il suo account Twitter ufficiale, ha dichiarato: “Le sanzioni degli Stati Uniti non produrranno alcun effetto nei miei confronti, in quanto né io né i miei familiari abbiamo proprietà in territorio americano”. Toni feroci sono stati invece impiegati da Abbas Mousavi, portavoce del ministero degli Esteri di Teheran. Egli ha appunto tuonato: “Le minacce di Washington contro il capo della nostra diplomazia rappresentano il culmine della stupidità dell’attuale amministrazione Usa.
Trump, decidendo di colpire Zarif, ha dimostrato di temerlo, in quanto in nessun’altra parte del mondo è possibile trovare un ministro così scaltro e fedele alla patria quale è l’attuale responsabile degli Affari esteri dell’Iran”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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