"Voleva uccidere la Regina". Prima udienza per l’intruso a Windsor

Si è svolta il 17 agosto 2022 l'udienza preliminare contro Jaswant Singh Chail, il 19enne che si è introdotto al Castello di Windsor lo scorso Natale armato di balestra

"Voleva uccidere la Regina". Prima udienza per l’intruso a Windsor

Come annunciato dai giornali, lo scorso 17 agosto è iniziato il processo contro Jaswant Singh Chail, il 19enne affetto da problemi mentali che il 25 dicembre 2021 si è introdotto nel parco del Castello di Windsor con l’intento di assassinare la regina Elisabetta. Il caso è inquietante, poiché vi si concentrano follia, odio e smania di rivalsa che affondano le radici nel passato coloniale della Gran Bretagna.

Uccidere Sua Maestà

Il 17 agosto 2022 Jaswant Singh Chail si è presentato di fronte alla Westminster Magistrates’ Court di Londra con un’accusa pesantissima: aver tentato di uccidere Sua Maestà. Alle 8:30 dello scorso 25 dicembre l’uomo, incappucciato e armato di balestra, è riuscito ad arrivare fino al parco del Castello, per poi essere bloccato dalla sicurezza. Appena 24 minuti prima dell’irruzione Jaswant Singh Chail, di origini indiane e residente a Southampton, ha persino girato un video su Snapchat in cui dichiarava le sue intenzioni.

Nel messaggio, in cui è anche evidente la sua ossessione per la saga di Star Wars, il ragazzo ha detto: “Mi dispiace, mi dispiace per ciò che ho fatto e per ciò che farò. Tenterò di assassinare la regina Elisabetta. Questa è una vendetta per coloro che morirono nel 1919, nel massacro di Jallianwala Bagh. È anche una vendetta per quelli che sono stati uccisi, umiliati e discriminati a causa della loro razza. Sono un indiano Sikh, un Sith. Il mio nome era Jaswant Singh Chail, il mio nome è Darth Jones. Se avete ricevuto questo [video] allora la morte è vicina. Per favore, condividetelo con chiunque e se possibile inoltratelo a tutti coloro che sono interessati”.

Un delirio in cui si fondono l’odio e il rancore nei confronti della regina Elisabetta, indicata come simbolo moderno del colonialismo e capro espiatorio per il massacro di Amritsar (conosciuto anche come il massacro di Jallianwala Bagh, nel Punjab). Il sanguinoso episodio avvenne il 13 aprile 1919, quando l’India era parte integrante dell’Impero britannico.

Alto tradimento

Durante l’udienza preliminare alla Westminster Magistrates’ Court di Londra all’imputato è stata contestata la violazione del Treason Act del 1842 (sezione 2), ovvero la legge che punisce i reati di alto tradimento e oltraggio alla monarchia e che viene applicata raramente (tanto che l’ultima volta risale al 1981, contro Marcus Serjeant, che sparò a salve contro la regina Elisabetta durante la parata del Trooping The Colour). Jaswant Singh Chail è stato processato anche per le minacce di morte in base alla sezione 16 dell’Offences Against the Person Act del 1861 e di possesso di arma offensiva in base alla sezione 1 del Prevention of Crime Act del 1953.

Come riporta Il Mattino, durante il processo la pubblica accusa Kathryn Selby ha svelato un dettaglio inquietante, che aggrava la posizione già ampiamente compromessa del 19enne: subito prima di essere arrestato dalla polizia, Jaswant avrebbe detto a un agente: “Sono qui per uccidere la Regina”.

Inoltre è stato evidenziato che la balestra con cui il ragazzo voleva entrare nel Castello avrebbe potuto essere causa di “lesioni gravi o mortali”. Ora l’uomo che voleva uccidere la regina Elisabetta si trova nell’ospedale psichiatrico di alta sicurezza di Broadmoor, nel Berkshire. La prossima udienza è fissata per il 14 settembre 2022.

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