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Ue apre procedura di infrazione contro la Polonia: "Non rispetta lo stato di diritto"

A Varsavia da domani ben 27 dei 72 giudici dell'alto organo giudiziario saranno costretti al ritiro a causa del pensionamento anticipato introdotto

Ue apre procedura di infrazione contro la Polonia: "Non rispetta lo stato di diritto"

La Commissione europea ha deciso di lanciare con urgenza una procedura di infrazione contro la Polonia per la sua riforma giudiziaria. In particolare, la notifica formale inviata oggi a Varsavia fa riferimento alla nuova legge per il pensionamento anticipato dei giudici della Corte Suprema che, secondo quanto riportato dal portavoce dell'esecutivo Ue Margaritis Schinas, minerebbe l'indipendenza del potere giudiziario. La Polonia avrà un mese di tempo per rispondere. La procedura di infrazione avviata in queste ore segue il già avviato processo dell'articolo 7 sul mancato rispetto dello stato di diritto.

Cosa prevede la nuova legge

Per effetto della nuova legge, che ha abbassato da 70 a 65 anni l'età della pensione dei giudici della Suprema Corte, domani 3 luglio ben 27 dei 72 giudici dell'alto organo giudiziario saranno costretti al ritiro. Fra loro vi sarà anche il primo presidente della Corte, il cui mandato di sei anni verrà prematuramente concluso.

Secondo la Commissione Europea queste misure "minano il principio dell'indipendenza giudiziaria, compreso quello dell'irremovibilità dei giudici". Non è la prima volta che la Commissione Ue, in nome della tutela dello Stato di diritto, interviene contro la riforma giudiziaria in corso in Polonia.

A dicembre del 2017 l'esecutivo Ue era già intervenuto contro una riforma che prevede che i giudici membri del Consiglio nazionale della magistratura siano ormai nominati dal Parlamento polacco.

Il governo nazional conservatore polacco si mostra deciso a difendere la propria riforma del sistema giudiziario e ha deciso di rivolgersi alla Corte di Giustizia dell'Ue, la quale dovrà decidere "sui limiti dell'ingerenza del diritto comunitario nell'autonomia degli Stati membri sul proprio sistema giudiziario".

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