Non esistevano dubbi su come la Chiesa cattolica interpretasse l'ascesa dei populismi. Il Papa ha avvertito due giorni fa dell'esistenza di un pericolo legato ai sovranisti, alla volontà di erigere muri e alla mentalità chiusa. Il pontefice argentino ha chiamato in causa le "barriere" di Donald Trump, ma pure le politiche migratorie del governo spagnolo di Pedro Sanchez, che certo populista non è.
É stato l'ennesimo monito del Santo Padre sul preludio di una dittatura. Ora, però, gli ecclesiastici del Vecchio Continente hanno iniziato a predicare pure sulla Brexit. Questa volta l'appello è stato lanciato dal vertice dell'episcopato transalpino: ha dichiarato che le complessità, quelle cui è chiamato a far fronte il Regno Unito, costituiscono la prova tangibile di come "lasciare l’Unione" sia "un salto nel buio". Il suggerimento inoltrato agli Stati membri è insomma quello di rimanere insieme. Magari per dare continuità a quell'azione coordinata che consente di attuare provvedimenti come il Global compact.
Monsignor Georges Pontier, come si legge sulla Sir, ha approfondito la sua riflessione, dichiarando che "c’è molto da perdere nel separarsi dagli altri". Questa è una novità: l'europeismo sembra entrare di diritto nella pastorale dei vescovi. Probabilmente ne sentiremo parlare ancora in vista della fine di maggio. Perché la ricetta individuata dalla maggioranza degli uomini di fede conduce attraverso un solo sentiero. Le parole d'ordine le abbiamo ascoltate in molteplici occasioni: progressismo, accoglienza dei migranti e fiducia nell'avvenire sovraistituzionale. Senza farsi prendere dal panico e senza "turbolenze, di ripiegamento in se stessi e timori vari". La plenaria vescovile di Lourdes ha affrontato pure questa fase politica, quella che inaugura la campagna elettorale per le elezioni europee.
I vescovi non hanno celato l'avversione provata nei confronti del nazionalismo. Nessuno, dalle parti dei Pirenei, sembra nutrire dubbi: si concorda sul fatto "molte ignoranze sull’Europa" e "altrettante falsità", che per gli ecclesiastici sono state diffuse pure mediante la politica, abbiano contribuito a mettere in "dubbio la validità stessa del progetto europeo".
Prese di posizione che consento di fare una previsione: in vista della competizione parlamentare, il "fronte populista", che rimane diviso al suo interno, dovrà vedersela pure con un avversario non presente sulle liste elettorali: la Chiesa cattolica.
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