Il "no" di Cipro. Ma anche le preoccupazioni legali per i rimpatri in Turchia dei richiedenti asilo. Innumerevoli ostacoli rendono più difficile la strada che dovrebbe portare a una posizione comune tra i 28 sul negoziato con la Turchia nell'emergenza immigrazione. Sebbene nessuno in definitiva sembri davvero intenzionato a rovesciare il tavolo, la partita resta davvero complessa.
La maggior parte dei leader Ue, con la cancelliera tedesca Angela Merkel in testa, considerano l'accordo con Ankara cruciale per ridurre i flussi verso l'Europa. Ma sull'apertura di nuovi capitoli per l'adesione della Turchia all'Unione pesa il veto di Nicosia. Almeno finché Ankara non riconoscerà i passaporti ciprioti e non permetterà a navi e aerei del Paese Ue di usare i suoi porti ed aeroporti. I negoziati per risolvere l'annosa questione cipriota sono arrivati a buon punto, ma il timore è che in questo intrecciarsi di interessi e partite, la trattativa possa uscirne compromessa. "L'ideale sarebbe uscirne con una soluzione win win, cioè usare il negoziato sui migranti come leva con la Mezzaluna", spiegano fonti europee ammettendo che è "un obiettivo ambizioso".
Al suo arrivo il presidente Nikos Anastasiadis ha ribadito una posizione di netta chiusura. Ed è per questo che l'ultima bozza della dichiarazione Ue-Turchia circolata non prevede l'apertura di capitoli negoziali, ma solo un lavoro preparatorio, che non "pregiudica" le future mosse dei Paesi Ue. Nonostante le numerose preoccupazioni espresse dai leader anche oggi, nella bozza di dichiarazione resta invece la liberalizzazione dei visti entro fine giugno, un punto molto caro al presidente turco Recep Tayyip Erdogan che si è già rivenduto la promessa in Turchia. "Dovranno rispettare tutti i criteri", mette in guardia il presidente francese Francois Hollande. "Non possiamo fare scambi con le condizioni per la liberalizzazione dei visti", fa eco il cancelliere austriaco Werner Faymann.
I leader Ue, a partire dal lussemburghese Xavier Bettel, sono tornati a mettere paletti anche sulla questione del rispetto delle leggi internazionali e della Convenzione di Ginevra. Non è bastata la comunicazione della Commissione europea con cui si è dettagliata la piena conformità. Tanto che durante la cena a porte chiuse si è tornati a dibattere anche su questo punto. Discussione intensa anche sull'opportunità di inserire o meno una data di inizio per l'accordo, con i leader preoccupati di creare un effetto richiamo per gli immigrati se spostata troppo in avanti. Nel caso di una data troppo vicina, però, la Grecia risulterebbe impreparata a mettere in pratica il pacchetto.
Tutti condividono, comunque, l'allarme lanciato dal premier britannico David Cameron: "Nelle prossime settimane ripartirà il flusso di migranti nel Mediterraneo verso l'Europa, in particolare dalla Libia".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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