Mondo

Ungheria, svolta moderata dello Jobbik

L'estrema destra ungherese sembra voglia farsi accettare socialmente per allearsi con il partito del premier Viktor Orban

Ungheria, svolta moderata dello Jobbik

La destra in Ungheria non sarà più estrema. Il partito Jobbik, noto per il suo estremismo di destra, è attualmente alle prese con un trambusto interno dovuto ad alcuni cambi al vertice. Il presidente Gábor Vona ha infatti sostituito tre vicepresidenti, considerati troppo radicali, con tre sindaci eletti nelle liste di questa forza politica. Il presidente di quello che, secondo i sondaggi è il secondo partito del paese, punta a fare del medesimo un soggetto politico più moderato col quale presentarsi alle elezioni politiche del 2018 per puntare al governo.

Si tratta di una novità storica. Da quando Jobbik è nato, infatti, esso si è sempre posto come una possibile alternativa alla destra del Fidesz, il partito presieduto dal premier Viktor Orban. Posizioni radicali che hanno attecchito molto, soprattutto tra i giovani, fino a ottenere il 24per cento dei consensi e a diventare la seconda forza del Paese, superando la sinistra e ponendosi quindi come la unica vera forza di opposizione.

Le sue contestazioni alle azioni del governo non sono mancate. Per esempio nel tentativo di boicottaggio della nuova costituzione del Paese fortemente voluta da Orban e considerata dagli osservatori europei come illiberale, nazionalista e pericolosamente autoritaria. Per Jobbik, invece, è troppo moderata, e lo è anche per i milioni di ungheresi che lo sostengono.

A seguito della crisi migratoria che ha interessato l’Ungheria la scorsa estate, poi, i nazionalisti hanno raggiunto il massimo storico della loro popolarità. Superata però sempre dalle posizioni intransigenti del premier. Secondo molti osservatori la leadership avrebbe deciso dunque di iniziare una sorta di pulizia all’interno dei propri ranghi, con il fine di diventare presentabili. Adulare la maggioranza e proporle di formare una unica coalizione in occasione delle prossime tornate elettorali.

Commenti