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Bordeaux, il negoziante islamico: "Uomini e donne non entrano insieme"

Un commerciante francese di religione islamica nel 2015 aveva scritto sulla vetrina del negozio i giorni in cui potevano entrare le donne. È stato condannato a una multa di 500 euro e 2 mesi di carcere

Bordeaux, il negoziante islamico: "Uomini e donne non entrano insieme"

''Fratelli: lunedì, mercoledì, giovedì, venerdì. Sorelle: martedì, sabato, domenica''. E' questo il cartello che nel 2015 Jean Baptiste Michalon, 25 enne di Bordeaux, convertito all'islam nel 2012, aveva appeso fuori dal suo negozio di alimentari e che invitata gli uomini e le donne a presentarsi nella sua attività in giorni diversi della settimana. La scritta non è passata inosservata e anzi, ha destato scalpore e fatto nascere polemiche al di là delle Alpi, tanto che l'esercente è stato processato per incitamento all'odio e alla discriminazione e ieri è stato condannato al pagamento di una multa di 500 euro e a due mesi di prigione.

Dopo aver messo l'insegna sulla vetrina della sua bottega, per Jean Baptiste Michalon sono iniziati i problemi. La denuncia, gli attacchi sui social network e anche le minacce di morte. L'intera comunità di Bordeaux si era mobilitata nel 2015 per quanto successo, e il sindaco di Bordeaux Alain Juppé aveva dichiarato: ''La libertà di religione è un diritto fondamentale ma si esercita nel rispetto delle leggi della Repubblica e tra i fondamenti della Repubblica c'è proprio l'uguaglianza tra uomini e donne'' e il vice procuratore Marc Ottomani aveva poi aggiunto: '' Non si possono tollearare certe discriminazioni''.

Lunedì mattina, una volta in tribunale, l'imputato ha giurato di aver scritto il cartello convinto di non infrangere nessuna legge e di averlo esposto su consiglio delle donne di fede islamica che si recavano nel suo locale, ma la decisione dei giudici è stata categorica.

Al termine del processo, ai giornalisti di Le Monde, l'avvocato difensore di Michalon, Tristram Helito, ha così commentato la sentenza: '' Il contesto attuale di stigmatizzazione della religione musulmana ha influito molto in questo caso.

L'obiettivo del mio cliente era solamente commerciale, dal momento che voleva soddisfare e fidelizzare la sua clientela''.

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