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Usa, "crollano" gli arrivi di clandestini: "Meno 56% rispetto a un anno fa". Trump esulta

I democratici hanno subito smorzato l’entusiasmo di Trump attribuendo il crollo degli arrivi di clandestini non al tycoon, ma al “gran caldo estivo”

Usa, "crollano" gli arrivi di clandestini: "Meno 56% rispetto a un anno fa". Trump esulta

Gli ultimi dati pubblicati negli Usa riguardo alla situazione migratoria sembrano riconoscere il “successo” della linea dura promossa dall’amministrazione Trump, segnalando un calo record degli arrivi di clandestini in territorio federale.

Uno studio appena effettuato dall’agenzia U.S. Customs and Border Protection (Cbp), preposta alla difesa dei confini nazionali, attesta infatti che il numero di migranti provenienti dal territorio messicano sarebbe calato del “56%” rispetto a quello accertato nel maggio dello scorso anno. Tale percentuale, a detta dei ricercatori dell’ente federale, non sarebbe stata “mai registrata prima”, a dimostrazione che la politica di tolleranza zero sviluppata dal tycoon contro gli stranieri irregolari starebbe finalmente iniziando a dispiegare pienamente i propri effetti.

La linea intransigente promossa da The Donald avrebbe appunto cominciato a produrre risultati significativi in coincidenza con l’invio, all’inizio del 2019, di una “task-force anti-clandestini”, costituita da agenti neoassunti della stessa Cbp e da personale della Guardia Nazionale, lungo la frontiera tra Usa e Messico. Grazie alla sinergia tra le due forze di sicurezza, voluta fortemente dall’inquilino della Casa Bianca, i pattugliamenti del confine meridionale statunitense sarebbero divenuti “di estremo rigore”.

Un altro elemento alla base del crollo dei flussi di irregolari avvenuto negli ultimi mesi sarebbe l’introduzione, da parte del governo messicano, di maggiori controlli nei riguardi delle carovane di migranti che avevano finora attraversato indisturbate il territorio del Paese ispanico puntando a quello degli Usa. Dai primi mesi di quest’anno, ricorda la nota esplicativa che accompagna i dati diffusi di recente dalla Cbp, Trump aveva più volte minacciato l’“inerte” nazione confinante di colpirla con “sanzioni commerciali”, qualora avesse continuato a non contrastare i flussi di stranieri irregolari diretti verso la frontiera meridionale statunitense. In particolare, il tycoon aveva promesso di applicare dazi del 5% sulle merci messicane importate nel mercato nordamericano.

I toni aggressivi impiegati dall’esponente repubblicano verso le istituzioni di Città del Messico avrebbero alla fine costretto queste ultime, afferma l’attuale responsabile della Cbp Mark Morgan, a operare un deciso cambio di passo, disponendo controlli a tappeto verso ogni residente sospettato di volersi introdurre clandestinamente negli Stati Uniti.

La pubblicazione dei dati inerenti al “calo record” degli arrivi illegali è stata accolta con entusiasmo da The Donalnd, che, ai microfoni delle emittenti nazionali, ha dichiarato: “Stiamo vincendo una guerra che tanti presentavano come impossibile da combattere. Nessuno credeva che avremmo ottenuto questi risultati. Colgo l’occasione per ringraziare il Messico, tutto il suo governo e il suo fantastico presidente, per averci aiutati a rendere impenetrabile la frontiera meridionale americana”.

La soddisfazione dell’inquilino della Casa Bianca per il forte calo degli arrivi di stranieri in territorio federale ha però subito provocato il disappunto dell’opposizione democratica, che, per bocca del deputato Bennie Thompson, a capo della Commissione sulla Sicurezza nazionale della Camera dei rappresentanti, ha attribuito la contrazione dei flussi migratori non alle politiche del tycoon, ma al grande caldo che si registra in estate lungo il confine tra Stati Uniti e Messico”.

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