La speranza negli Usa: "In autunno un vaccino per medici e infermieri"

L'istituto nazionale della Salute degli Stati Uniti detta i tempi per il vaccino contro il Covid-19. Prima i medici e gli infermieti, poi tutti gli altri cittadini

La speranza negli Usa: "In autunno un vaccino per medici e infermieri"
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Il condizionale è ancora d'obbligo, ma sembra proprio che la corsa negli Stati Uniti stia dando qualche frutto rilevante: durante il prossimo autunno, e quindi già quest'anno, un vaccino dovrebbe essere somministrato agli operatori sanitari che operano nei reparti dei nosocomi in Usa.

Questo, almeno, è quanto ha ipotizzato Kizzmekia Corbett, che è incaricata presso l'Istituto nazionale della salute americano, ossia il Nih. La notizia è stata riportata anche dalla Lapresse. Sul vaccino, che sarà fondamentale per evitare la risoluzione del quadro pandemico dovuto al Covid-19, non sembrano circolare troppe certezze. Ma le dichiarazioni della Corbett sono mosse da qualcosa di più di una semplice speranza: "Puntiamo - ha detto - all'autunno per quanto riguarda l'uso del vaccino per gli operatori sanitari in prima linea e per la popolazione in generale l'obiettivo è la prossima primavera".

Medici ed infermieri statunitensi, insomma, sarebbero i primi interessati da quella che non sarebbe più una sperimentazione. Il fatto che la ricerca medico-scientifica stia facendo di tutto per abbreviare le tempistiche è evidente. E le considerazioni che la Corbett ha rilasciato alla Cnn interessano pure coloro che non lavorano all'interno degli ospedali: "Se tutte le fasi di studio vanno a buon fine, il nostro piano è di avere persone vaccinate in tutto il mondo entro la prossima primavera". Il 2021, insomma, rimane l'orizzonte per tutti noi. Come peraltro era stato anticipato sin da quando si è iniziato a ragionare di vaccino contro il nuovo coronavirus. Bisogna procedere per gradi. E il fatto che il personale sanitario sia il primo destinatario del vaccino non può stupire: gli eroi che combattono la battaglia quotidiana contro il Covid-19 rappresentano un'urgenza. Anche per via dei rischi che corrono tutti i giorni mediante un'esposizione continua.

La novità è rilevante. Gli americani sembrano aver calendarizzato l'operazione: entro il 2020 i medici e gli infermieri, a partire dal 2021 tutti gli altri.

Una variabile, però, potrebbe compromettere i piani di chi è all'opera in questo momento: le possibili mutazioni del virus con cui ci stiamo confrontando. Più di qualche virologo si è almeno espresso sulla sussistenza di ceppi diversi. Nel caso in cui il nuovo coronavirus fosse cambiato o continuasse a cambiare, la partita si farebbe più complicata.

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