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Vaticano e Cina firmano uno storico accordo: ora cambia tutto

Il Vaticano e il governo cinese hanno stipulato uno storico accordo. I vescovi dovrebbero essere nominati in maniera concorde. I dettagli non sono stati resi noti. Si parla di due anni neccesari a verificare se il patto tra le due istituzioni abbia possibilità di reggere o meno

Vaticano e Cina firmano uno storico accordo: ora cambia tutto

Alla fine è successo per davvero: Vaticano e governo cinese hanno stipulato un accordo dalla storica portata, che cambia, almeno per ora, le regole per la nomina dei vescovi.

Un patto che gli ambienti conservatori hanno già contestato per la sottomissione cui si starebbe per sottoporre la Chiesa cattolica. Dove "sottomissione" sta per una presunta subalternità nascente nei confronti del partito comunista. Qualcuno si ricorderà delle argomentazioni promosse dal cardinale Zen. Le approfondiremo più avanti. Nei giorni scorsi erano emerse delle indiscrezioni, confermate oggi attraverso un comunicato ufficiale diramato, verso l'ora di pranzo, tanto dalla Santa Sede quanto dall'esecutivo di Pechino.

La novità principale dovrebbe essere questa: i presuli della Chiesa cinese verranno nominati, di comune accordo, tra la "gerarchia" cinese e il Santo Padre. Attenzione: il tutto è stato definito "provvisorio". Ci sarà bisogno di verificare se il patto reggerà nel corso del tempo. Si parla di due anni. I dettagli non sono stati resi noti proprio in funzione delle tempistiche previste per questi accertamenti.

Nel comunicato, riportato anche da Vatican Insider, si legge che: "Nel quadro dei contatti tra la Santa Sede e la Repubblica Popolare Cinese, che sono in corso da tempo per trattare questioni ecclesiali di comune interesse e per promuovere ulteriori rapporti di intesa, oggi, 22 settembre 2018, si è svolta a Pechino una riunione tra Mons. Antoine Camilleri, sotto-segretario per i Rapporti della Santa Sede con gli Stati, e S.E. il Sig. Wang Chao, viceministro degli Affari Esteri della Repubblica Popolare Cinese, rispettivamente Capi delle Delegazioni vaticana e cinese. Nel contesto di tale incontro, i due Rappresentanti hanno firmato un Accordo Provvisorio sulla nomina dei Vescovi".

Esistono almeno due interpretazioni: da una parte si evidenzia il raggiungimento di una "normalizzazione" dei rapporti tra Vaticano e Cina e la promozione di una sempre maggiore salvaguardia della vita religiosa dei fedeli cinesi, dall'altra si sostiene la Conferenza episcopale cinese sia in qualche modo appiattita sul volere del partito comunista. Per questo motivo, i suggerimenti che l'episcopato si appresta a consegnare nelle mani del pontefice, quelli finalizzati a procedere con le nomine vescovili, potrebbero risultare orientati. Zen, in una recente intervista, è arrivato a dire che si rischia uno "scisma" tra la Chiesa ufficiale e quella sotterranea. Sarebbe la seconda, stando alla visione del cardinale, a essere fedele al papa della Chiesa cattolica.

Di tutt'altro avviso, per esempio, è il parere espresso da Gianni Valente su La Stampa: "Potranno essere archiviati i sospetti sui sacramenti validamente amministrati in tutte le chiese cinesi. Potranno finire in archivio anche gli stereotipi fuorvianti sulle “due Chiese” - quella “fedele al Papa” e quella “legata al governo comunista” - che ancora dilagano nella rappresentazione mediatica conformista del cattolicesimo in Cina. Potranno col tempo - continua il giornalsita - dissiparsi i fantasmi di pulsioni settarie o “scismatiche” che hanno per lungo tempo tormentato la comunità cattolica in Cina. La Chiesa è se stessa, e compie la sua missione, quando è una, anche se controllata e perseguitata".

Sergio Ticozzi, missionario del Pime, ha detto la sua ad AsiaNews: "La perplessità nasce dal fatto che, mentre il Vaticano sembra molto ottimista, le autorità cinesi stanno limitando fortemente la libertà della pratica religiosa, trasferendone il pieno controllo dal Governo al Partito comunista. Tutti sono al corrente delle presenti restrizioni per l’educazione religiosa dei bambini, per il controllo dell’amministrazione delle chiese e l’interferenza negli affari religiosi a nome della ‘sinicizzazione’".

Il cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin, ha da poco dichiarato che il Papa ha affidato ai cattolici cinesi l'impegno per la riconciliazione.

La giornata di oggi, comunque la si veda, finirà sulle pagine dei manuali di storia.

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