Guerra in Ucraina

"Verrà ammazzato". La previsione choc su Zelensky

L'ex uomo di fiducia di Putin non esclude lo scenario estremo: "Zelensky è un criminale di guerra, verrà ammazzato da un parente delle vittime o dai nazisti di Azov"

"Verrà ammazzato". La previsione choc su Zelensky

Continuano a regnare forti dubbi sugli sviluppi del conflitto militare tra Ucraina e Russia: quale piega prenderà l'operazione di Mosca? Vladimir Putin ha intenzione di estenderla anche verso altri Paesi o si limiterà a Kiev? La situazione è del tutto instabile, estremamente variabile e soggetta a continui cambiamenti giorno dopo giorno. Una delle tante incognite riguarda il futuro di Volodymyr Zelensky che, stando all'opinione di alcuni analisti, potrebbe rappresentare il principale obiettivo della Russia: a loro giudizio l'intento potrebbe essere anche quello di farlo fuori, ma nonostante ciò il presidente ucraino continua ad apparire sui social per le vie delle città.

La previsione choc

Il prossimo passo potrebbe essere quello di annettere le regioni più russofone sul modello Crimea. Ma che ne sarà di Zelensky? A fare una previsione choc in merito è stato Serghej Markov, ex deputato e uomo di fiducia di Putin: a suo giudizio il presidente ucraino è "un criminale di guerra" e lo ha accusato di far parte della regia delle fucilazioni di Bucha e dell'attacco a Kramatorsk.

Markov non esclude che Zelensky possa restare come presidente "di questo pezzettino di Ucraina filoamericana", ma allo stesso tempo crede che "verrà ammazzato prima". Al di là del fatto che ci siano prove su Bucha e Kramatorsk che vanno in una direzione opposta, lo scenario su Zelensky è da brividi: Markov, intervistato da La Repubblica, ha dichiarato che il presidente ucraino potrebbe essere ucciso "da un parente o amico delle vittime dei suoi crimini o dagli stessi nazisti di Azov che si sentono traditi".

L'inizio del conflitto

Markov si è soffermato anche sulle origini dell'operazione militare: la decisione è stata presa, "ed è stata condivisa con molti", lo scorso settembre. Le motivazioni di una mossa del genere si muovo su due piani: da una parte il sospetto sugli Stati Uniti, che avrebbero voluto armare gli ucraini per lanciare un'offensiva prima nel Donbass e poi in Crimea "con l'obiettivo di provocare un bagno di sangue e darne la colpa a Putin"; dall'altra una lotta al nazismo per la presenza di "nazisti al soldo degli Usa, pagati per creare il terrore tramite strutture statali e non governative".

L'ex deputato ha detto a chiare lettere che dal punto di vista militare l'operazione "non sta procedendo secondo i piani", visto che "ci si aspettava che finisse prima". Ma ciò non distoglie la Russia dal traguardo numero uno: denazificare l'Ucraina.

Ciò potrebbe passare attraverso il licenziamento dei nazisti dai posti pubblici, lo scioglimento di tutte le organizzazioni naziste, la demolizione dei monumenti dei nazisti e la riscrittura dei manuali di storia.

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