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"Vi racconto il mio vicino di casa Donald Trump"

A parlarne è l’imprenditore Lorenzo Capellini Mion, cuore padovano e testa nel mondo, tra Milano e New York

"Vi racconto il mio vicino di casa Donald Trump"

“Mia mamma voleva tenere in casa la sua cagnolina, Bella. In assemblea di condominio si aprì un caso, e Donald ne fu divertito…”. Donald è il candidato repubblicano alla Casa Bianca alla poltrona più bollente del mondo, quella di presidente degli Stati Uniti d’America. E a parlarne come un detentore di quote millesimali è l’imprenditore Lorenzo Capellini Mion, cuore padovano e testa nel mondo, tra Milano e New York.

Cioè Donald Trump è un suo vicino di casa?

“Mia mamma acquistò una decina d’anni fa un appartamento nella trump Tower sulla Quinta Strada a New York. Lì ha un appartamento a qualche piano di distanza anche Donald Trump. E lì cerca sempre di tornare a dormire anche dopo le tappe di questo massacrante rally elettorale”.

E come finì la storia della cagnolina Bella? Come votò Trump in quell’occasione?

“Rimase neutrale, ma lo divertiva molto il fatto che nessuno si fosse accorto di Bella fino a quel momento. E la nostra cagnolina creò un precedente con cui la Trump Tower divenne pet friendly, cioè aprì le porte non solo ai cani, ma ai gatti, ai canarini, persino agli iguana!”

Il primo incontro con Trump…

“In un’assemblea condominiale. Non ne perde una, se può. Perché gli interessa sempre avere un contatto con la gente e i problemi quotidiani anche piccoli”.

Ma che vicino di casa è Donald Trump?

“Saluta tutte le persone che lavorano alla Trump Tower, quando arriva e quando se ne va, per quanto trafelato possa essere… la Trump Tower sulla Quinta la sente come casa sua. Sono convinto che ci starebbe a lungo anche da Presidente degli USA. Quando lo accusano di arroganza, non lo conoscono affatto”.

Gli ha scompigliato i capelli come ha fatto nel The Tonight Show di Jimmy Fallon?

“Non c’è stato bisogno. Certo, non è una capigliatura che passa inosservata. Ma sono i suoi capelli, lui va sempre dallo stesso barbiere da anni”.

Gli Stati Uniti hanno il loro Berlusconi vent’anni dopo?

"Berlusconi voleva conquistare tutti, voleva piacere a tutti, voleva convincere tutti della bontà delle sue idee. Trump non è così né nella vita né in politica. Mangia in modo robusto, non fa sport, è diretto. Non vuole piacerti a tutti i costi. Per questo molta gente lo voterà nel segreto della cabina elettorale. Ma c’è un altro problema di vicinato a breve…”.

Il figlio della cagnolina Bella, forse?

“No, no! Ma Hillary Clinton ha fissato il suo quartier generale post voto all’hotel Peninsula, sulla Quinta Strada a 135 metri dalla Trump Tower. Le misure di sicurezza sono tali che è stata perquisita anche mia madre, per la prima volta da quando è negli USA!” C’è un’America profonda che si sente, a torto o a ragione, impaurita, impoverita, con un prestigio internazionale ridotto. C’è un’America che sente il peso di un’ipocrisia politicamente corretta cui fa un sorriso davanti.

Ma, nel silenzio segreto della cabina quest’America è capace di tutto. Anche di mandare un marziano alla Casa Bianca…

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