Virus cinese, una persona in isolamento in Australia

Le autorità cinesi hanno confermato la trasmissione del virus da uomo a uomo. L’Oms ha convocato il Comitato di emergenza per discutere della situazione

Virus cinese, una persona in isolamento in Australia

Cresce la paura per la diffusione del virus misterioso. Nelle scorse ore in Cina si sono registrate altre 3 vittime. Tra queste vi è una persona di 89 anni a Wuhan, capoluogo della provincia di Hubei, località dove si è sviluppato il focolaio del nuovo pericoloso coronavirus. Sale, così, a 6 il numero dei decessi.

Finora, secondo dati ufficiali, solo nel Paese asiatico sono stati segnalati 224 casi: 44 pazienti sono in condizioni definite critiche. In realtà, in base a stime dell'Imperial College di Londra le persone infettate potrebbero essere circa 1.700. Il virus misterioso, che provoca una malattia simile alla polmonite con sintomi tra cui febbre e problemi respiratori, ha varcato i confini cinesi.

Anche in Australia, infatti, è stato registrato un caso, il primo nel continente. L'emittente Abc ha dato notizia di un uomo di ritorno da Wuhan che ha presentato sintomi simili alla Sars. Il soggetto è stato immediatamente messo in isolamento nella sua abitazione. “Gli abbiamo fatto alcuni test e stiamo aspettando i risultati", ha dichiarato la responsabile sanitaria del Queensland, Jeannette Young, parlando del paziente.

Ma c’è anche un’altra notizia che non lascia tranquilli. Il virus è trasmissibile da uomo a uomo. Ciò significa che si può trasmettere con maggiore facilità e in modo rapido. La conferma della temuta modalità di trasmissione inter umana, già ritenuta verosimile dal direttore Dipartimento di malattie infettive dell'Istituto superiore di sanità Gianni Rezza, è giunta da Zhong Nanshan, esperto della Commissione della salute pubblica del governo cinese. La preoccupazione delle autorità sanitarie locali è altissima anche perché si teme che nei prossimi giorni i casi di persone colpite dal virus possano salire sensibilmente. Nel Paese, infatti, si festeggerà il Capodanno e molte e molte persone si metteranno in viaggio. Negli aeroporti dello Stato asiatico sono scatti serrati controlli. E non solo. Monitorati sono anche alcuni scali europei, tra cui Roma Fiumicino, Parigi e Londra, che hanno dei voli diretti proprio per Wuhan.

Intanto, il direttore generale dell'Organizzazione mondiale della sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha convocato il 22 gennaio a Ginevra il Comitato di emergenza in merito al nuovo coronavirus. Nell’incontro "rappresenti un'emergenza di salute pubblica di livello internazionale e quali raccomandazioni dovrebbero essere fatte per fronteggiarla".

Il pensiero va all'epidemia di Sars che, secondo la stessa Oms, tra il 2002 e il 2003 fece registrare 813 decessi e 8.437 contagi in una trentina di Paesi. Anche in questo caso alla base dell'infezione respiratoria era un coronavirus comparso in Cina. Dopo vari casi della 'polmonite misteriosa' segnalati lo scorso dicembre a Wuhan, il 9 gennaio il CDC cinese ha reso nota infatti l'identificazione di un nuovo coronavirus, il 2019-nCoV come agente che ha causato le polmoniti. Le autorità sanitarie hanno subito reso pubblica la sequenza genomica. Ad oggi, due casi sono stati segnalati anche a Pechino e uno a Shenzhen al Sud, e alcuni si registrano pure fuori dalla Cina e associati a viaggi: due in Thailandia, uno in Giappone e uno in Corea del Sud.

Il virus comunque sta circolando e non si esclude che anche in Italia possano registrarsi casi. La situazione in Italia è monitorata dall'Istituto superiore della sanità. Il responsabile delle malattie infettive Giovani Rezza avverte:"Dobbiamo evitare che il nuovo virus cinese arrivi da noi". Per evitare rischi "sono da evitare locali sovraffollati e bisogna lavarsi spesso le mani. Potrebbe essere considerato anche l'uso di mascherina. Ovviamente mi riferisco a chi va in quelle zone, perché da noi al momento non c`è alcun problema, niente da temere".

Rezza spiega che si tratta di un coronavirus, parente di quello della Sars tanto che dovrebbe avere l'80-90% del patrimonio genetico identico. I coronavirus, ha spiegato l'esperto, sono"una famiglia di agenti patogeni che si trovano comunemente nel mondo animale. Ne conosciamo anche due o tre umani che non sono pericolosi, di solito provocano giusto un raffreddore. Solo in alcuni casi c'è il passaggio dall'animale all'uomo".

"Per prendere la malattia da un animale - spiega ancora Rezza - ci vuole un contatto diretto, non a caso ad ammalarsi sono stati i frequentatori di un mercato di esemplari vivi.

Tra uomini, virus del genere passano attraverso la saliva che finisce nelle mucose di un'altra persona. Insomma, ci vuole un contatto molto stretto. E infatti si vedono contagi da coronavirus all'interno dei nuclei familiari e negli ospedali quando gli operatori sanitari non prendono le giuste precauzioni".

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