Cultura e Spettacoli

Whoopi Goldberg paragona Trump ai talebani

In un dibattito tv, l'attrice di Sister Act e Ghost lancia pesanti accuse al tycoon: "Contro i diritti delle donne, contro i media e fa preferenze di religione. Che differenza c'è con i talebani?"

Whoopi Goldberg paragona Trump ai talebani

Prosegue senza sosta la guerra delle celebrità a Donald Trump. Stavolta è Whoopi Goldberg che attacca frontalmente il tycoon: “Siamo sicuri che i valori della ‘sua’ America non siano gli stessi dei Talebani?”.

In un dibattito televisivo sulla rete Abc, la famosissima attrice di “Ghost” e “Sister Act” lancia pesanti accuse al neopresidente americano: “Si è tanto parlato di quanto i terroristi odino i valori dell’America. Lasciatemi però fare una considerazione. Questo presidente non rispetta i diritti delle donne, ha deciso di ostacolare e togliere i fondi alle associazioni e alle organizzazioni che si battono per loro, dice ai media di chiudere il becco, sostiene di voler promuovere trattamenti preferenziali in base alla fede delle persone, ditemi: che c’è di diverso tra questo approccio e quello dei talebani?”.

E quindi ha aggiunto: “Probabilmente nemmeno i talebani hanno iniziato con il tagliare teste, avranno iniziato con qualcos’altro. È complicata questa cosa. Noi ci battiamo per i nostri valori americani e poi diciamo alla gente cose che assomigliano così tanto a quelle che diciamo di voler combattere?”.

Lo scontro tra la Goldberg e Trump non rappresenta una novità nella lotta che lo showbiz ha ingaggiato contro il tycoon. L’attrice, infatti, dichiarò tempo fa che sarebbe espatriata se il popolo americano avesse deciso di eleggere The Don alla Casa Bianca. Era nella pattuglia delle star con la valigia in mano, insieme alle cantanti Cher e Miley Cyrus, all’attore Samuel L. Jackson e all’attrice Barbra Streisand.

La bagarre tra i due risale almeno al 2011 quando le bordate del tycoon costrinsero la Casa Bianca a pubblicare il certificato di nascita negli Stati Uniti di Barack Obama.

Una polemica che straziò il dibattito americano, portando all’attenzione del grande pubblico quella che, fino all’intervento di Trump, sembrava una teoria cospirazionista costruita dai fanatici del complotto.

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