Mondo

Yemen: “La situazione umanitaria è devastante”

Dall’inizio del conflitto si contano diecimila morti, quasi tre milioni di sfollati e un milione e mezzo di bambini malnutriti

Yemen: “La situazione umanitaria è devastante”

Secondo il sottosegretario dell’Onu per gli affari umanitari e coordinatore delle emergenze Stephen O’Brien, appena rientrato da una missione di tre giorni in Yemen, la “situazione umanitaria nel Paese è devastante”.

Dall’inizio del conflitto si contano diecimila morti e quasi tre milioni di sfollati. Ma le violenze non si fermano. Il 22 settembre, un raid aereo della coalizione araba a guida saudita ha centrato in pieno il quartiere Suq al Hunud della cittadina portuale di Al Hudaydah, provocando la morte di almeno 25 civili e il ferimento di oltre 70. Pochi giorni più tardi, il 3 ottobre, altri 10 innocenti – tra cui 6 bambini – sono stati uccisi in un altro bombardamento. Dal marzo 2015, ha sottolineato O’Brien, “sono morti anche 13 operatori sanitari e più di 70 centri medici sono stati danneggiati o completamente distrutti”.

I raid dell’aviazione dell’Arabia Saudita, con la brutale pratica del double-tap, ovvero bombardare, aspettare l’arrivo dei soccorsi e bombardare nuovamente la stessa area, il 21 gennaio scorso hanno ucciso anche il diciassettenne Hashim al-Homran. La sua storia ha fatto il giro del mondo. Il giovane stava filmando con la sua piccola telecamera i micidiali effetti di uno dei tanti attacchi a Dhayan, a venti chilometri dalla città di Sadaa, quando un secondo raid dei sauditi ha colpito lui e un'ambulanza di Medici Senza Frontiere.

Le prime vittime della guerra, come sempre, sono i più piccoli. E, purtroppo, i numeri parlano chiaro. L'Unicef ha dichiarato che in Yemen 1,5 milioni di bambini soffrono di malnutrizione, tra questi 370mila sarebbero in condizioni critiche a causa di un indebolimento generale del sistema immunitario. Altri 2,5 milioni sono a rischio di diarrea, mentre 1,3 milioni a rischio di infezioni respiratorie gravi.

Ma non solo. L’agenzia Onu per l’infanzia lancia un altro allarme. Con l'apertura delle scuole, che avverrà questa settimana, è necessario proteggere anche gli edifici scolastici. L'organizzazione stima che "2.108 scuole in tutto il Paese non possano più essere utilizzate, o perché distrutte o danneggiate, o perché ospitano famiglie sfollate o vengono utilizzate per scopi militari". Inoltre, a causa delle violenze, lo scorso anno "oltre 350mila bambini non sono riusciti a concludere il proprio percorso scolastico".

Come se tutto questo non bastasse, il blocco marittimo sulle zone controllate dai ribelli sciiti, imposto dalla coalizione guidata dall'Arabia Saudita che sostiene il presidente Abd Rabbih Mansur Hadi, impedisce di consegnare i rifornimenti. O’Brien ha spiegato che la quantità di “cibo, farmaci e carburante che entrano nel Paese sono ben al di sotto della necessità”.

Proprio per questo il sottosegretario dell’Onu ha chiesto a tutte le parti coinvolte nella guerra “di concedere l’accesso umanitario e proteggere i civili”.

“Il miglior soccorso – ha concluso – sarebbe quello di porre fine al conflitto e tornare immediatamente ai negoziati politici”.

Commenti