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Montaguti: «Non mi riduco lo stipendio»

Montaguti: «Non mi riduco lo stipendio»

Stefania Scarpa

Giallo sullo stipendio del direttore generale del Policlinico Umberto I Ubaldo Montaguti. Secondo i consiglieri regionali di An Andrea Augello e Fabio Rampelli il manager, in seguito alle polemiche (con tanto di denuncia alla Corte dei Conti) per l’aumento del 30 per cento della sua retribuzione rispetto al suo predecessore prevista nel contratto stipulato con l’Università, avrebbe provveduto ad autoridursi lo stipendio. Un gesto smentito decisamente dal diretto interessato: «Il mio stipendio era, è e resterà di 207mila euro, più il 30 per cento legato al raggiungimento degli obiettivi scritti nero su bianco su 4 pagine allegate al contratto. Il resto sono fandonie», taglia corto il manager.
I due consiglieri di An ieri avevano parlato di una loro vittoria. «Soltanto oggi - avevano fatto sapere Rampelli e Augello in una nota - scopriamo il contrordine: nonostante la stipula di un contratto di 204mila euro, Montaguti ha poi deliberato per se stesso uno stipendio annuo di 114mila euro per i prossimi 5 anni. Si è così riconosciuto che non era possibile assegnare la retribuzione precedentemente pattuita con l’università, esattamente come noi avevamo sostenuto e l’assessore Battaglia negato con grande energia». Augello e Rampelli avevano così ricostruito la vicenda: «Nello scorso mese di luglio avevamo denunciato, subendo una sdegnata replica da parte dell’assessore Battaglia, l’inammissibilità del nuovo contratto siglato tra l’università e il dottor Montaguti e assentito da Piero Marrazzo, che elevava di 30 punti percentuali la retribuzione del nuovo manager rispetto ai limiti previsti dalla legge. All’epoca l’assessore Battaglia replicò che l’operazione era perfettamente legittima, corredando l’incauta affermazione come una serie di sfondoni. Tra questi il più divertente era quello che giustificava l’accaduto prendendo a riferimento gli emolumenti del direttore di Tor Vergata e sostenendo che quel contratto era stato firmato dalla giunta Storace. Quando il neoassessore alla Sanità si rese conto che il contratto di Tor Vergata era stato stipulato dalla giunta Badaloni e che un anno dopo era entrata in vigore la nuova normativa che imponeva l’adeguamento degli stipendi dei direttori generali dei policlinici a quello dei loro colleghi delle normali aziende sanitarie, Battaglia era sprofondato in un costernato silenzio, mentre da parte nostra era scattato l’esposto alla Corte dei Conti».
Insomma, dov’è la vittoria? Da nessuna parte. Lo stipendio quello è e quello resto, giusto o no che sia. Montaguti chiarisce che l’equivoco nasce da un errata lettura della delibera: «Quello a cui si riferiscono è lo stipendio degli ultimi cinque mesi dell’anno, da agosto a dicembre. Dal primo di gennaio percepirò lo stipendio stabilito a livello contrattuale con l’Università». Poi parla di «oltraggio» e minaccia azioni legali.
Montaguti però non fa alcun riferimento all’altra «anomalia», quella del contratto fatto a sua moglie come coordinatrice degli uffici di staff della sua direzione generale. Un incarico per cui la signora Celin in Montaguti percepirà 108mila euro l’anno più 20mila euro in caso di conseguimento degli obiettivi.

Una faccenda che meriterebbe forse qualche parolina in più.

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