Monteleone non sa dove andare, gli elettori dell’Udc sì

L’Udc e l’eterno dilemma, «starà con il centrodestra alle regionali, o ha già scelto Claudio Burlando?», «Farà un terzo polo, o si alleerà con chi gli garantirà il maggior peso nella coalizione?». Domande su cui si stanno arrovellando gli addetti ai lavori con un tira e molla, quello del commissario regionale dell’Udc Rosario Monteleone, che dura da più di un anno. Se il partito di Casini in Liguria non sa ancora con chi stare, pare invece che l’elettorato dei cristiano democratici un orientamento lo abbia già preso e che su queste indicazioni, stando alle indiscrezioni che girano nel palazzo sia tra gli uomini del Pdl sia tra quelli del Pd, possa basarsi la scelta del partito che dovrà comunque essere avallata da Pierferdinando Casini e Lorenzo Cesa. Stando ai «si dice», sembrano esserci sondaggi attendibili secondo i quali l’elettorato dell’Unione di Centro vorrebbe correre da solo o andare con Biasotti, ma mai allearsi con il Pd, figurarsi poi se il patto andasse oltre con Rifondazione, Di Pietro, Pdci e vari. I numeri parlerebbero di un 40 per cento di elettorato Udc che spingerebbe i suoi dirigenti verso un’alleanza con Pdl e Lega Nord; un altro 42 per cento che vorrebbe vedere lo scudocrociato correre da solo in barba ai due poli; mentre solo il 18 per cento accetterebbe di buon grado un patto con il centrosinistra. Valutazioni che verrebbero tenute in considerazione dalla dirigenza del partito di centro visto che quello che si vuole evitare è anche un ridimensionamento dal voto alle regionali per colpa di alleanze considerate sconvenienti dall’elettorato di riferimento.
Mentre la dirigenza ligure riflette, però, c’è una minoranza interna al partito che comincia a far sentire la propria voce. Inizialmente erano un drappello di aderenti al partito che stanno crescendo in numero e motivazione, spaventati dalla possibilità che l’Udc possa accettare alleanze con Burlando. A guidare questa frangia è Umberto Calcagno, ex coordinatore provinciale già uscito allo scoperto, che starebbe lavorando alla realizzazione di un’associazione culturale (ci sarebbe già il nome, «Per i valori di Centro») pronta a confrontarsi all’interno del partito già durante la conferenza programmatica che Monteleone dovrebbe organizzare entro ottobre. Calcagno non si sbilancia su tempi e modi in cui potrebbe nascere questa associazione, ma conferma che il gruppo c’è e sta ragionando sulla possibilità di creare una Onlus che possa servire anche per avviare iniziative benefiche oltre che punto di riferimento per discutere di politica «partendo dalla condivisione dei valori di riferimento». Calcagno conferma, invece, un «no» deciso dei suoi ad un’alleanza con la sinistra: «Con questa classe politica non si può e non si deve scendere a patti - sostiene -. In Liguria sta governando una sinistra che di moderato non ha nulla e la strade perseguibili sono solo due: andare da soli o allearsi con il centrodestra, con il quale abbiamo già governato».
Calcagno nega di aver avuto contatti con il candidato alla presidenza della Regione per il centrodestra e insiste di pensare solo all’Udc.

Ci sono, però, indizi che potrebbero far pensare, in caso di alleanza di Monteleone con Burlando, alla candidatura di qualche «Calcagnano» nella lista civica di Biasotti o, ancora meglio vista la provenienza, in quella lista con il simbolo «Democrazia Cristiana» che Scandroglio e Biasotti si sono già aggiudicati.

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