Politica

Montezemolo difende la manovra: «È responsabile, non va cambiata»

«L’impostazione del governo coniuga rigore e sviluppo, deve essere confermata in Parlamento»

Montezemolo difende la manovra: «È responsabile, non va cambiata»

da Roma

Attacchi durissimi dalla sinistra e difese, non d’ufficio, da Confindustria. A pochi giorni dall’approvazione a Palazzo Chigi, la Finanziaria 2006 divide il mondo della politica e dell’economia. Se per il leader dell’Unione Romano Prodi la legge varata dal governo è «infame, selettiva» perché «riducendo i fondi agli enti locali si vuole dire che pagano cara l’adesione al centrosinistra», per il vertice degli industriali la manovra è «responsabile». Anzi, il timore del presidente di Confindustria Luca Cordero di Montezemolo è che in Parlamento venga stravolta dal consueto assalto alla diligenza. «La difficile situazione dei conti pubblici nella quale è stata definita la legge finanziaria poneva soprattutto due vincoli: un grande rigore per contenere la spesa e la necessità di utilizzare le poche risorse a disposizione per favorire lo sviluppo. La mia valutazione è che questi due aspetti siano stati tenuti nel debito conto», ha detto Montezemolo aggiungendo: «Perciò ho parlato di un’impostazione responsabile che deve essere assolutamente confermata nei passaggi parlamentari».
La ricetta per far crescere l’economia del leader di Confindustria passa attraverso il risanamento, la riduzione del debito pubblico e del deficit. Poi serve «mettere l’impresa e più in generale l’economia al centro dell’attenzione». E in questo senso, l’intervento sugli oneri impropri che riguardano il costo del lavoro «è un primo segnale per le imprese di ogni direzione. In Italia il carico contributivo sull’impresa è pari al 45 per cento delle retribuzioni nette, in Germania è il 36 per cento nel Regno Unito il 13 per cento».
Rimane alta la temperatura sul versante delle autonomie locali. Circa 30 sindaci di centrosinistra si sono rivolti direttamente a Prodi per esprimere allarme e preoccupazione sulle conseguenze della legge finanziaria. Il presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo se l’è presa con il taglio dei costi della politica: «È demagogico - ha spiegato l’ex giornalista della Rai - ridurre gli stipendi dei parlamentari davanti ai sei miliardi di tagli agli enti locali». Tra le repliche a sindaci e governatori quella del ministro leghista alle riforme Roberto Calderoli: «La sinistra schiuma di rabbia perché la Finanziaria per il prossimo anno, da una parte, obbliga la macchina pubblica a eliminare gli sprechi e, dall’altra, aumenta le risorse per i servizi sociali, per la sanità, per l’impresa e per la famiglia».
Ieri Prodi ha fatto propria la proposta di Fausto Bertinotti di manifestare contro la Finanziaria il prossimo 8 ottobre.

Così - ha commentato il coordinatore di Forza Italia Sandro Bondi - «conferma di essere un avventuriero e un uomo politico totalmente irresponsabile, un disperato che vede franare il suo potere personale e che è disposto a tutto pur di perseguire i suoi obiettivi personali».

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