Montezemolo: no a un Paese di immobiliaristi e speculatori

E all’esecutivo chiede «scelte anche impopolari»

Francesco Casaccia

da Roma

Luca Cordero di Montezemolo torna ancora sul mancato taglio dell’Irap e sulla riunione dell’altra notte a Palazzo Chigi tra governo e parti sociali. Il presidente di Confindustria invita il governo a concentrarsi su come reperire le risorse necessarie per ridurre questa imposta. Poi attacca di nuovo gli immobiliaristi. «Non possiamo pensare - dice - che l’Italia diventi una sorta di Disneyworld dove tutti sono immobiliaristi e speculatori finanziari».
Il leader degli imprenditori punta l’indice sull’esecutivo e lo richiama alle proprie responsabilità. «Il reperimento delle risorse - precisa - fa parte delle scelte di chi ha l’onere e l’onore di governare, non possiamo trovare le risorse solo per le spese correnti, dobbiamo farlo anche per investire sul futuro». Che tradotto significa: «Fare scelte anche impopolari, che non si possono fare con il consenso di tutti perché sarebbe impossibile». Montezemolo precisa che se le risorse non ci sono «era meglio dirlo prima perché le poche che ci sono vanno investite individuando obiettivi prioritari». E quindi, ripete quelle che per gli industriali sono necessità impellenti: lotta all’evasione fiscale, nuove infrastrutture, più concorrenza e maggiori liberalizzazioni. «Serve anche un rapporto molto più chiaro e diretto tra peso fiscale e servizi perché non si può avere la più alta pressione fiscale in Europa e servizi non all’altezza». Montezemolo cita l’esempio della Germania. In questo Paese, spiega, «c’è un’incidenza del costo del lavoro vicina ma non uguale alla nostra. Il problema è che i servizi sociali e le infrastrutture non sono paragonabili. Oggi - prosegue - in un momento in cui la crescita è assente e il Paese è fermo paghiamo nodi che vengono al pettine e che provengono da lontano. Che, poi, negli ultimi anni non si sia fatto quasi niente per risolverli è un’altra storia».
Il presidente di Confindustria ricorda anche l’importanza di «evitare che una Repubblica basata sul lavoro diventi un Paese basato sulle rendite. Il tema di fondo è come far aumentare la vocazione industriale e produttiva del Paese». A questo punto, lancia un nuovo siluro contro gli immobiliaristi al centro, in queste settimane, di importanti operazioni finanziarie. «Non si può pensare - ripete - che il Paese sia una Disneyworld, né che diventiamo tutti immobiliaristi o speculatori di Borsa». Tra le richieste che Montezemolo continua a ripetere da tempo c’è anche la necessità di puntare su ricerca e innovazione senza tralasciare «quelle scelte che si possono fare a costo zero, come la riforma della legge fallimentare che non costa nulla».
Infine, la questione delle banche italiane al centro di tentativi di scalata da parte di istituti di credito europei. «Non è possibile - dice - che quando qualcuno avanza un’offerta non da un Paese come il Madagascar ma da Paesi come Spagna e Olanda per entrare nel sistema bancario, diciamo “Oddio, arriva lo straniero”.

In un Paese più innovativo e più concorrenziale a vincere è il migliore». Proprio per questo, ammette il presidente di Confindustria, «se in Fiat fossimo stati più aperti alla concorrenza avremmo avuto più forza, più challenge, più dinamismo e più investimenti».

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