Montezemolo sale in cattedra: pagelle al governo e non solo

Il presidente Fiat sull’esecutivo: "La minaccia di elezioni è una pistola scarica. Riforme condivise, non fatte ad personam"

Roma Sì alle riforme, ma condivise e nell’interesse di tutti i cittadini. No alle elezioni anticipate, la cui minaccia «è una pistola scarica»: il governo Berlusconi deve durare tutta la legislatura. Perché la maggioranza «non è in crisi per un disaccordo sul programma, sulle cose da fare, ma perché quelle cose poi non si fanno». Così, partendo dalla frecciatina al premier, il presidente della Fiat, Luca Cordero di Montezemolo, indica l’orizzonte dei prossimi mesi, come la fondazione Italiafutura dichiara già dal nome.
All’incontro organizzato al Policlinico Gemelli di Roma dall’Università Cattolica, Montezemolo per cominciare sgombra il campo dalle ipotesi di una sua discesa in campo: «Non siamo golpisti e non vogliamo fondare un nuovo partito», attacca. «Questo è un Paese strano - prosegue - perché quando la classe dirigente non si occupa di politica viene criticata perché pensa solo ai propri interessi, e quando invece si vuole impegnare nella res publica, allora si grida al complotto, come se la politica fosse esclusiva di qualcuno». Secondo Montezemolo invece «ognuno deve fare bene il proprio mestiere e dare un contributo: io sono fortunato, sono nato dopo la guerra, vivo nel benessere e ho tante responsabilità imprenditoriali. Amo questo Paese e voglio contribuire a migliorarlo, non fra dieci anni, ma fra cinque».
Il quadro politico attuale è deprimente se non allarmante, sostiene il presidente Fiat, e spesso «i cittadini che lavorano tutti i giorni si sentono umiliati». Così, anche se la politica «rappresenta l’azienda numero uno per addetti», i cittadini accusano un «rigetto totale nei confronti della politica». Montezemolo punta il dito contro «l’idea di non poter scegliere i propri rappresentanti in Parlamento e limitarsi a fare i notai delle liste stilate dai partiti». La corruzione aumenta, specie «a livello locale», insiste Montezemolo, dichiarandosi «molto preoccupato». Anche perché la risposta del Palazzo non è quella che ci si potrebbe attendere. Lì, sostiene il presidente della Fiat, si respira «un clima da curva sud, con opposte tifoserie, non più parti politiche, incapaci di una visione». Con queste premesse, «non si parla più di riforme istituzionali condivise». Che pure sarebbero essenziali, sottolinea Montezemolo. Citando quella della giustizia «che non riguarda una sola persona, perché i suoi problemi non sono un’invenzione del presidente del Consiglio: un cittadino non può aspettare 15 anni per un processo civile». Il tema può essere affrontato a 360 gradi, ma «stando attenti al rispetto delle istituzioni - mette in guardia il presidente di Italiafutura - perché in caso contrario si taglia il ramo sul quale siamo seduti». Guai a procedere seguendo un’ottica sbagliata: il tema della giustizia può diventare «pericoloso, perché se si parla di problemi personali non si fanno buone riforme». Essenziale poi che «le riforme sociali non siano disgiunte da quelle economiche», pensioni e fisco in primis. Quanto all’esecutivo, Montezemolo ribadisce che la maggioranza ha «un grande programma, ma una grandissima difficoltà a realizzarlo». Motivo per cui la maggioranza andrebbe spronata a lavorare, senza auspicare elezioni anticipate. Un argomento che «si tira fuori come fosse una pistola scarica da gettare sul tavolo a mo’ di minaccia», taglia corto. Berlusconi «ha espresso che esiste in Parlamento un’ampia maggioranza che ha il diritto e il dovere di governare fino alla fine della legislatura», mantenendo gli impegni con gli elettori, conclude Montezemolo.


Intanto la leader di Confindustria Emma Marcegaglia commenta i dati Ocse e sottolinea la stima «sulla tenuta dell’economia migliore del previsto» e un tasso di disoccupazione all’8,7 per cento, «più basso di quello stimato da noi».

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