Montezemolo sconcertato: arrivano nuove tasse

Viale dell’Astronomia: «Nella manovra niente lotta agli sprechi, Dpef ridotto a un libro dei sogni». Statali, sindacati pronti allo sciopero

Gian Maria De Francesco

da Roma

L’inizio e la fine coincidono. Non è un precetto zen, ma il risultato dell’osservazione dei movimenti di Confindustria rispetto alla Finanziaria nella giornata di ieri. Tra il principio e la conclusione, tuttavia, bisogna registrare il dispiegarsi di una forte dialettica interna all’associazione degli industriali, come è consuetudine da Vicenza in poi.
La riunione della giunta di ieri doveva essere poco più di una formalità: la ratifica da parte del parlamentino di Viale dell’Astronomia delle posizioni fortemente critiche emerse all’interno del direttivo di mercoledì scorso in vista del confronto serale con il governo. L’assenza di parecchi big della Confederazione testimoniava come l’appuntamento non avesse un grosso peso.
Il presidente Luca Cordero di Montezemolo ha aggiornato i presenti sullo stato delle trattative con Palazzo Chigi: anticipo della riforma del Tfr (con 50% all’Inps dal 2007) e dimezzamento del taglio del cuneo fiscale. Per molti piccoli imprenditori sarebbe una vera e propria Caporetto: non solo le aziende sarebbero private di una risorsa come le liquidazioni dei dipendenti e vessate con maggiori imposte, ma nemmeno la promessa di Prodi in campagna elettorale sarebbe mantenuta. La platea ha rumoreggiato e Montezemolo si è detto disposto a «scendere in piazza» insieme ai suoi colleghi. Secondo Dagospia.com, una voce anonima avrebbe domandato: «Quale? La piazzetta di Capri o quella di Portofino?». Fatto sta che dalla sala il numero uno di Viale dell’Astronomia ha chiamato direttamente il premier preannunciandogli il contenuto del comunicato che di lì a poco avrebbe diramato il vicepresidente Emma Marcegaglia. Dieci minuti per avvertire Prodi dello scontro e cercare di rassicurare la platea.
«Confindustria - ha dichiarato Marcegaglia - ritiene del tutto inaccettabile l’ipotesi di trasferire forzosamente all’Inps parte del Tfr. L’idea di coprire con questo trasferimento i mancati tagli di spesa assume la forma di un esproprio ai dipendenti ed è da respingere con fermezza». Il vicepresidente ha inoltre ricordato come non si trovi «più traccia dei tagli agli sprechi sui grandi capitoli di spesa pubblica» che rappresenta il 45% del Pil. «Il Dpef - ha concluso - si riduce sempre di più a una sorta di libro dei sogni. Non si taglia e di conseguenza non ci sono risorse per la crescita». Il fatto che Montezemolo abbia lasciato la parola a Marcegaglia si spiega con la recondita speranza che Prodi, Padoa-Schioppa e Visco si ravvedano dai loro propositi punitivi per le imprese. La conseguenza imprevista è che alcune Confindustrie locali, come quella della Toscana, abbiano a loro volta diramato comunicati stampa di appoggio alla linea dell’imprenditrice mantovana, che fino a prova contraria è sempre un vice.
L’incontro di ieri sera tra governo e parti sociali non è sembrato però sortire effetti positivi. «Non vedo lotta agli sprechi, c’è poca decisione e rischi di nuove tasse», ha ripetuto Montezemolo ai suoi interlocutori di Palazzo Chigi ricordando che da questo governo ci si aspettava «scelte coraggiose». Insomma, una ramanzina in piena regola a Prodi e alla sua compagnia.

Confindustria comunque non ci sta. Cgil, Cisl, Uil e Ugl sono pronti a mobilitarsi sul fronte dei rinnovi contrattuali per la pubblica amministrazione. Il Professore e Padoa-Schioppa rischiano un pericoloso accerchiamento.

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