Monumento quasi azzurro per amore

Monumento quasi azzurro per amore

S perare non costa nulla. L’Italia lo ha fatto, spesso, seguendo le vicende amorose di Nathalie Santer e Ole Einar Bjoerndalen, lei altoatesina, reginetta mancata del biathlon, lui norvegese, re vero dello sport che unisce lo sci di fondo al tiro con la carabina, la resistenza con la precisione. Si sono incontrati, piaciuti, amati, si sposeranno in primavera, dopo l’ennesima stagione trionfale per lui che ai Giochi di Salt Lake City nel 2002 vinse quattro ori, tutti quelli a sua disposizione. Ma perché Nathalie non è mai riuscita a convincere il simpatico Ole a diventare italiano?
Eppure l’Hotel Santer di Dobbiaco è un gioiello, eppure la cucina italiana piace tanto al campione, macché, niente da fare, la casa se la sono costruita lassù, nella pace e nei silenzi della Norvegia, con legni pregiati che Ole di persona è andato a cercarsi e a tagliarsi. L’Italia e il suo caos vanno bene, ma presi a piccole dosi.

Da sabato a San Sicario, sede delle gare olimpiche di biathlon, il trentaduenne Bjoerndalen non potrà però fare a meno di sentirsi un po’ italiano e noi faremo il tifo per lui, sperando che magari cambi idea. Ma forse il meglio ce lo siamo ormai perso.

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