Cronaca locale

Da Monza arriva la sentenza: il sud regno dei raccomandati

MonzaSe la preghiera del Padre Nostro si può riassumere in 56 parole, la Camera di commercio di Monza e Brianza per spiegare il concetto uscito dall’ultimo studio effettuato sulle imprese di tutta Italia, ne ha usate molte meno: con la crisi ci sono più raccomandati, ma al Centrosud. Almeno, nelle imprese private.
Parlare di lavoro di questi tempi e con tali chiari di luna è un po’ come camminare su di un tapis roulant. Si torna sempre al punto di partenza. Alla «conoscenza giusta» per iniziare. Alla soffiata indispensabile per iniziare e essere introdotti nel mondo delle imprese. Ed allora invertendo l’ordine dei fattori il prodotto non cambia. Anzi. La ricerca dà sempre lo stesso identico risultato. Le «spintarelle» aumentano inesorabilmente ogni anno di più al Centro (+4,8%) e al Sud (+3,2%) e funzionano meno al Nord (in Lombardia -2,8%). Il canale preferito dalle imprese italiane per l’assunzione di nuovo personale è infatti la conoscenza dei candidati (53,8%). Che sia diretta (38,7%) o anche frutto di segnalazioni da parte di amici e fornitori (15,1%). A livello territoriale, la conoscenza diretta è il mezzo più utilizzato al Sud e nelle isole (65,8%) anche se con la crisi l’aumento maggiore per questo canale di selezione del personale si registra nel Centro Italia (+4,8% in un anno).
Le «spintarelle» sono utilizzate meno al Nord. Andando a spulciare i numeri si vede che all’interno di questo territorio ciò accade specialmente in Lombardia e in particolare a Monza e Brianza. In questa zona in particolare (considerata la sesta locomotiva d’Europa) la conoscenza diretta e le segnalazioni da parte di persone fidate registrano, con la crisi, una diminuzione nelle preferenze delle imprese (rispettivamente -2,8% e -4,3% in un anno). Un dato ancor più significativo se si pensa che nel periodo precedente ai tempi di magra il canale della conoscenza funzionava di più (+4,8% in Lombardia, +7% a Monza e Brianza).
Questa la sintesi dei dati emersi da un’elaborazione realizzata dall’Ufficio Studi della Camera di Commercio di Monza e Brianza basato su dati Excelsior per gli anni 2009, 2008, 2007. Un’indagine condotta su di un campione significativo di aziende con sede in tutte le province della Penisola e di grandezza variabile, piccole, medie e grandi aziende. La stessa che viene ripetuta ogni anno a partire dal 2007. Nelle Regioni dove la crisi economica colpisce di più, «la raccomandazione» è sempre importante. Dove c’è ancora lavoro, seppur in progressiva diminuzione, le imprese fanno maggiore attenzione nella selezione dei candidati da introdurre basandola sulla scelta migliore anche se non «segnalata» da qualcuno in particolare tra amici e fornitori. È quello che accade in Lombardia, dove i tassi di occupazione per il 2009, pur essendo negativi (-1,5%) sono migliori rispetto al dato medio nazionale (-1,9%) e a quello complessivo di Sud e Isole (-1,9%) e del Centro (-2,1%). Che sia la rete la nuova frontiera della ricerca del personale da parte delle aziende? Niente di più falso. Almeno per la camera dai dati. Anche internet ne esce «massacrato» dall’inchiesta.
Il dato italiano delle imprese che si affidano al web per la ricerca di personale è del 1,4% con punte del 2% in Lombardia, del 1,8% nel Nord Est e dello 0,9% nel Sud e in Sicilia e Sardegna. Lontani anni luce dalle medie europee. Chi invece si affida ai giornali per la scelta è l’8,2% in Lombardia, 7,1% nel Nord Est e il 3,2% al Centro.

Anche in questo caso il fanalino di coda è il Sud con 2,8% contro il 5% del dato nazionale. La forbice tra Nord e Sud si allarga sempre più con il passare del tempo

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