Moody’s minaccia di tagliare la pagella dell’Italia. Il possibile colpo di accetta ha preso forma in tarda serata, quando la principale agenzia di rating al mondo ha confermato l’attuale valutazione «Aa2», ma ha avvisato di un possibile futuro taglio nel caso in cui l’Italia non riesca a far fronte ai propri problemi. In particolare le sfide sul fronte della crescita, dovute a debolezze strutturali e un probabile aumento dei tassi di interesse; i rischi collegati ai piani di consolidamento dei conti pubblici e quelli dovuti al cambiamento delle condizioni di finanziamento per i Paesi europei molto indebitati. Meno di un mese fa, Standard & Poor’s, aveva tagliato a negativo l’outlook sull’Italia. Il fulmine Moody’s è arrivato al termine di una giornata di mercato tutta rivolta al caso Grecia. Per la quale, a parte il funesto vaticinio dell’ex numero uno della Fed, Alan Greenspan («La bancarotta della Grecia è quasi certa»), si moltiplicano gli sforzi per risolvere la crisi. Dopo le lacerazioni interne dell’esecutivo, George Papandreou, ha mandato in porto il rimpasto di governo: serve per avere la forza necessaria a far digerire alla nazione le misure di austerity. E ancora: Francia e Germania hanno trovato la convergenza sull’ipotesi di coinvolgere i creditori privati, ma solo su base volontaria, nel salvataggio del Paese mediterraneo. Insomma: la Grecia resta un rompicapo di difficile soluzione, ma almeno due tessere del puzzle sono state collocate. E i mercati, dopo giorni di pessimismo, hanno subito fiutato la possibilità di un happy end, con l’improvviso restringimento degli spread (quello tra Btp e Bund è sceso a 173 punti base dagli oltre 200 di giovedì scorso), la discesa dei rendimenti sui sirtaki-bond (i tassi sul biennale sono crollati di 145 punti base al 28,21%) e il rialzo delle Borse europee (a cominciare da quella di Atene, +3,8%, mentre Milano è salita dell’1,23%), sostenuto dal rally dei titoli bancari, i più bersagliati dalle vendite per i timori del crac greco. È evidente che l’accordo raggiunto tra il presidente francese, Nicolas Sarkozy, e il Cancelliere tedesco, Angela Merkel, spiana la strada all’Eurogruppo, chiamato a sbloccare tra domani e lunedì la quinta tranche (12 miliardi di euro) del prestito da complessivi 110 miliardi concesso l’anno scorso. Altrettanto certo è il passo indietro compiuto da Berlino sulle modalità di intervento.L’adesione del settore privato al piano di salvataggio- bis della Grecia «sarà solo volontaria, al momento non ci sono basi legali per una partecipazione obbligatoria», ha spiegato la Merkel. L’asse franco-tedesco si è dunque ricomposto nella convinzione che ormai non ci fosse più tempo e anche per allontanare il sospetto, ha detto Sarkozy, di voler «creare un evento creditizio (cioè un default, secondo il gergo tecnico, ndr)». La base da cui partire è la cosiddetta “iniziativa di Vienna“, l’intesa messa a punto nel 2008 per aiutare i Paesi dell’Est che prevedeva il rinnovo dei prestiti da parte delle banche creditrici. Essendo «materie estremamente tecniche», ha precisato Sarko, toccherà alla troika composta da Ue, Fmi e Bce preparare il piano, forse entro la fine di agosto. Modalità, tempi e limiti dell’intervento dei privati sono infatti ancora tutti da stabilire. Al resto, dovrà pensarci la Grecia, sollecitata da Parigi e Berlino al rispetto degli impegni di risanamento assunti. Una volontà confermata da Papandreou in una telefonata al premier italiano, Silvio Berlusconi. Il nuovo governo dovrà ottenere la fiducia in Parlamento entro la mezzanotte di martedì. Il premier Papandreou ha affidato il ministero più delicato, quello delle Finanze, a Evangelos Venizelos, ex titolare della Difesa e veterano del Pasok.
Professore di diritto costituzionale, ex rivale dello stesso capo di governo nella corsa per la leadership del partito socialista greco, Venizelos non ha un background economico, ma dovrà far approvare entro giugno un nuovo piano di austerità da 28 miliardi, a cui si aggiungeranno privatizzazioni per 50 miliardi. E sempre Venizelos dovrà negoziare il secondo prestito di salvataggio da almeno 60 miliardi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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