Ora molti parlano di «emergenza morale» nel nostro Paese. Ebbene: se di emergenza morale si tratta (e sottolineo: se) se non altro, nel nostro Paese non è cominciata ora. È cominciata già da un pezzo, come dimostrano i documenti che pubblichiamo oggi. Sinceramente, avremmo voluto evitarlo: rovistare nei boudoir a destra o a sinistra non è proprio il sogno che abbiamo coltivato quando da bambini giocavamo al piccolo giornalista. Ma tantè. Ci hanno costretto, da settimane, a parlare soltanto di veline e prostitute, lettoni grandi e autoscatti nelle toilette. E sostengono che sia obbligatorio farlo perché uno scandalo così (ma così come?) non si era mai visto. Ci danno a intendere che, prima che arrivasse Berlusconi, fossero tutti casti e puri, piccoli emuli di santa Maria Goretti prestati alla politica, candidi e immacolati come la neve. Ci vogliono far credere che nei palazzi della politica circolassero soltanto tomi di Schopenhauer e saggi sullamore platonico o sul pensiero di Carlo Marx.
Non è così. E ve lo dimostriamo. Ciò che raccontiamo oggi, infatti, succedeva ai tempi del governo DAlema. Fra i protagonisti ci sono alcuni amici del Baffino, proprio quello che oggi va in giro a sollevare il mustacchio scandalizzato. Erano tutti esperti di Carlo Marx, sintende, e probabilmente anche di amore platonico: non solo di quello, però. E infatti in questa storia cè una maîtresse, ci sono squillo, ci sono incontri che si consumano non in case private (come è e resta Palazzo Grazioli) ma addirittura dentro i palazzi dellistituzione. Cè, insomma, unemergenza morale a luci rosse, molto rosse, con fatti certi e assai più gravi delle accuse scagliate finora contro Berlusconi. Telefonate hard comprese.
Leggete bene gli articoli di Gian Marco Chiocci e, in parallelo, di Stefano Zurlo. Da una parte abbiamo alcuni episodi (di ieri) non lievi e indiscutibilmente documentati; dallaltra una serie di polveroni sollevati oggi senza che nessuno chiarisca in modo accettabile where is the beef, dovè la ciccia, cioè dovè il problema, dovè lo scandalo (dopo aver scoperto che a Cortina si fanno le feste e che a casa, alla sera, qualche volta capita di giocare a poker: ma guarda un po...). E allora perché oggi tutti, a cominciare proprio dagli ex libertini, dagli ex cantori dellamore libero e del sesso estremo, di fronte a poco si scoprono bacchettoni e strillano allemergenza morale, mentre dieci anni fa di fronte a molto stavano rigorosamente zitti?
Converrete con noi che, se tutte le domande sono legittime, anche questa si può fare. Ed è per fare questa domanda, solo per questo, che pubblichiamo i documenti sulle escort del clan DAlema. Vogliamo chiedere: come mai allora linchiesta fu rapidamente archiviata e nessuno volle sfruttare politicamente quei fatti che pure (lo ripetiamo) sono assai più clamorosi di quelli che da qualche settimana Repubblica sta brandendo come una clava contro Berlusconi? Perché quei documenti non finirono ai giornali? Perché, anche se molti sapevano, nessuno osò parlarne?
Qualche lettore dirà: perché le luci rosse, in quel caso, erano rosse prima di tutto politicamente. Può essere. Per rendersi conto della doppia morale della sinistra basta leggere lincredibile intervista di Ezio Mauro allAvvocato Agnelli ai tempi del sexygate di Clinton: comera indignato lattuale direttore di Repubblica dalluso politico dello scandalo! Comera nauseato dalle bassezze americane e sicuro che, da noi, tal punto di infamia non si sarebbe raggiunto mai! Invece è stato raggiunto. Anzi, di più: è stato proprio lui a raggiungerlo. Che cosa è successo nel frattempo? Semplice e drammatico insieme: come abbiamo scritto nei giorni scorsi è stato rotto un patto silenzioso e antico, quello per cui la lotta politica si fermava davanti alla camera da letto, rispettava la vita privata e non sintrometteva nelleducazione dei figli altrui. La rottura di quel patto è la vera sciagura che stiamo vivendo, il vero scandalo che dobbiamo temere.
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