È Morassut il segretario del Pd laziale

Roberto Morassut è stato eletto ieri sera segretario regionale del Pd del Lazio con il 73,7 per cento dei voti. I votanti sono stati 358: 264 i voti favorevoli, 54 i voti contrari, 17 le schede bianche e 23 le nulle. Un risultato non proprio esaltante considerando che, all’hotel Ergife, Morassut era candidato unico dopo la rinuncia polemica di Pier Giorgio Gawronski che, pur avendo raccolto le firme necessarie alla sua candidatura, ha ritenuto inaccettabile che «i candidati non siano tutti sullo stesso piano di pari opportunità».
Morassut, 45 anni, parlamentare ed ex assessore all’urbanistica nella prima e seconda giunta Veltroni, è stato anche dal ’97 al ’99 segretario della Federazione romana del Pds, per diventare poi capogruppo dei Ds in Campidoglio. «È stata una pagina positiva per il Pd del Lazio. Un segnale di stabilità del gruppo dirigente - ha detto Morassut non appena eletto -. Lavorerò con un gruppo dirigente rinnovato e giovane, composto per il 50 per cento di uomini e per il 50 di donne. Mi dispiace che durante l’assemblea ci sia stata da parte di alcune componenti una battaglia sui regolamenti, argomento questo che in politica è sempre debole».
Morassut si riferisce al regolamento elettorale, approvato, secondo l’assessore regionale Claudio Mancini, «senza avere nemmeno il numero legale». Più duro il deputato Pd Fausto Recchia: «Si è affermato in questo partito il principio secondo il quale decisioni fondamentali per la vita di un soggetto politico, possano essere affidate a maggioranze semplici tra i partecipanti al voto». Per il deputato del Pd quello che è successo ieri all’assemblea costituente del Pd nel Lazio «è una deriva pericolosa che coinvolge il partito a tutti i livelli. Avremmo bisogno nel Lazio di un partito forte e di una leadership il più possibile legittimata. Per questo ci siamo battuti prima per far eleggere il segretario regionale dai cittadini con le primarie, e poi presentando un emendamento in assemblea perché si eleggesse il segretario con la maggioranza degli aventi diritto. Ma l’argomento non ha incontrato la sensibilità prima degli altri dirigenti del partito e poi dei delegati presenti, per la verità pochi in quel momento».

Replica Tiziana Lagrimino, presidente dell’assemblea regionale del Pd: «La notizia dell’assenza di un numero legale al momento del voto sul regolamento per l’elezione del segretario regionale è destituita di ogni fondamento».

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