nostro inviato a Rimini
«Il G8 è superato. Non si può pensare che in otto decidano sulle sorti del mondo. Non ha senso che prendano decisioni su Paesi che non vengono poi chiamati in causa». Non è un caso, infatti, che nelle sue ultime «dichiarazioni» - stesso discorso vale per la Fao - «non sono stati affrontati i problemi veri». Insomma, vi è una «ingiustizia» da combattere, vi sono «egoismi nazionali da superare». A parlare non è di certo il capo dei no-global. E la platea ciellina forse apprezza anche per questa ragione. Di certo, le parole del sindaco di Milano scuotono lultima giornata del Meeting. E da Letizia Moratti giunge un affondo che spiazza un po i presenti alla Fiera di Rimini.
«Condividere, senza isolarci». Oppure, «affrontare le sfide del nuovo millennio da protagonisti». Gli slogan che scandisce saranno anche altri. In linea con limpostazione che avrà lExpo 2015. Unoccasione da cogliere, per «dare aiuto e assistenza concreta ai Paesi in via di sviluppo». Lobiettivo, infatti, è quello di aiutare «milioni di persone a vivere la propria vita e a scegliere il proprio percorso».
La priorità, infatti, non è la governance (la questione «si risolverà»), ma il «progetto sociale». E non certo quello «infrastrutturale, economico e immobiliare». Insomma, «o lesposizione sarà così o non sarà». Ecco perché lExpo di Milano non avrà la sua «Torre Eiffel», ovvero il suo «simbolo fisico». Figuriamoci una sorta di Palazzo di vetro, in stile Onu, «esempio che non vogliamo». Il percorso che verrà portato avanti nei prossimi sette anni, invece, mira a creare «una rete concreta di solidarietà internazionale». Daltronde, «i capi di Stato, di governo, vogliono progetti veri, concreti».
Una presa di posizione piuttosto netta, per il primo cittadino del capoluogo lombardo, in vista del futuro evento, che non avrà comunque la pretesa di sostituirsi al summit delle prime otto potenze mondiali. Ecco perché «si sta già lavorando, con il ministro Frattini, per una reale collaborazione e far sì che al prossimo G8», in programma alla Maddalena, «si elaborino temi e progetti concreti». Ciò non toglie che, in ambito internazionale, lExpo possa e debba ricoprire un ruolo di primo piano, anche sul piano diplomatico, alla luce dei 151 componenti (Italia esclusa) del Bie.
Intanto, la sfida dei «microprogetti» è già partita. Basti pensare che «siamo al lavoro con circa 50 Paesi». Dal progetto eolico con il Gibuti a quello solare con la Mauritania. Senza dimenticare la «fondazione Alliance for Africa, costituita con il contributo di imprenditori milanesi, Comune e Regione, che avrà a disposizione un budget di 10 milioni di euro». E a proposito di finanziamenti per lExpo, Moratti spiega che «sulle opere connesse cè già un impegno del governo per 8 miliardi, a fronte degli 11 necessari».
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