Moratti e l’Inter ringraziano Cruz E il jardinero gli «affida» un figlio

L’attaccante: «Abbiamo vinto, siamo in testa, questo conta» E Juan Manuel, 7 anni, muove i primi passi come punta

Gian Piero Scevola

Lui non ci bada troppo, anzi si schermisce, ci ride su e guarda avanti. Perché, a 32 anni suonati, Julio Ricardo Cruz sta vivendo una seconda giovinezza, una riedizione di «el segna sémper lü» che gli sta aprendo nuovi orizzonti e un prolungamento di carriera che forse l’argentino non si sarebbe mai aspettato. «Abbiamo vinto, siamo primi in classifica: queste sono le cose importanti», il suo commento pacato e quasi ovvio dopo il gol decisivo segnato al Parma che ha permesso all’Inter di raggiungere la striscia positiva di 6 vittorie consecutive. Se poi, a fare da contorno ci sono anche i complimenti del presidente Moratti, allora per el jardinero è festa grande.
«È veramente bravissimo. Puntuale, attento, serio. È necessario fargli moltissimi complimenti: gli siamo tutti molto grati e anche i suoi compagni, che lo hanno festeggiato a fine partita», le dichiarazioni di Massimo Moratti. Immediata la risposta di Cruz: «Per un calciatore fa sempre tanto piacere ascoltare i complimenti del presidente, e lo ringrazio sinceramente, ma è tutta la squadra che deve essere contenta perché è stata protagonista di una bella gara e ha conquistato una vittoria difficile e importante». Poche parole, ma anche la rivelazione che il figlioletto Juan Manuel, 7 anni, sta muovendo i primi passi calcistici con, ovviamente, la maglia nerazzurra, quella dell’Accademia Inter di via Cilea, gioca in attacco e va spesso in gol: «Inizia a capire... Ci fa piacere che giochi nell’Inter che tanto ha dato alla nostra famiglia». Insomma, Cruz ovvero la modestia elevata all’ennesima potenza, un giocatore del quale l’Inter attuale non può proprio fare a meno: ha più che compensato l’assenza di Adriano e i suoi gol sono sempre decisivi, in campionato (Parma), Champions (tre nella doppia sfida con lo Spartak Mosca) o coppa Italia (Messina).
Felice Cruz, ma anche Moratti che parla a tutto tondo, col piacere di chi è proprio soddisfatto. «A Parma ho visto una bella gara», afferma il presidente nerazzurro. «Abbiamo creato parecchie occasioni e colpito pure due pali, considerati diversamente in altre partite (la stoccata alle due traverse del Milan contro la Roma è evidente, ndr), ma anche l’Inter li ha presi e valevano per quello che erano. Dovevamo vincere e ci siamo riusciti; tutti si aspettavano una nostra pausa e invece è andata bene». Un’occhiata anche agli avversari: «Il Palermo sta indovinando l’annata, ha entusiasmo, è una bella squadra e fa paura. Ma temo anche la Roma perché gioca molto bene e ha giocatori di grandissima classe. E poi anche il Milan fa ancora paura, malgrado ora sia lontano. Si trova in una situazione difficile, può capitare, ma ha le qualità per riprendersi. Dobbiamo stare attenti a tutti, pure a noi stessi. L’importante è che si continui con questo ritmo e questa consapevolezza. Anche perché questa mi sembra la miglior Inter della mia gestione, una squadra ben quadrata, anche per merito dell’allenatore».
Dopo l’elogio a Cruz arriva anche quello a Ibrahimovic, da tanti tacciato di eccessivo nervosismo. «Non credo sia nervosismo il fatto di aver stoppato male il pallone ed essere stato buttato fuori per questo», la replica secca di Moratti. «Così come era successo a Materazzi per aver esultato dopo il gol nel derby. Ibra ha quel carattere e lo sappiamo, ma lo aiuta anche a essere il giocatore che è. Alcune volte però l’arbitro dovrebbe capire le situazioni di gioco».

E su Adriano: «Sta crescendo ed è psicologicamente a posto. Sarà poi il campo a dire come e se ripartirà subito, come tutti ce lo aspettiamo. Domenica con la Reggina? Non so se è il momento, forse sì, ma tutto dipende dalle scelte di Mancini».

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