Moratti: «Ibra? Io non vendo, ma se lui insiste...»

RomaTutto ebbe inizio con lo sfogo di Moratti nello spogliatoio dell’Old Trafford. «Così non si va da nessuna parte, ho speso tanti soldi e la palla va buttata dentro...», tuonò il patron dopo l’eliminazione dalla Champions. «Forse ho un po’ esagerato, ma il messaggio era rivolto alla squadra e non solo a lui», la precisazione di ieri del patron. L’interpretazione di Ibra era stata molto diversa. Ed ecco i primi «mal di pancia» dello svedese (espressione, secondo Moratti, non adatta): segni di malessere già alla luce del ko di Manchester, poi le dichiarazioni dello stesso tono («il mio futuro interista? Vedremo...») rilasciate dall’attaccante dopo la doppietta alla Reggina. Ciò nonostante il fresco e «pesante» rinnovo di contratto (12 milioni l’ingaggio fino al 2013). Il presidente nerazzurro decide così di intervenire nel dibattito. Partendo dal presupposto che «un’Inter senza Ibra è impensabile», ma che «se proprio vuole cambiare aria, un prezzo ce l’hanno tutti».
Ibra non è incedibile, dunque. Questo sembrerebbe il messaggio. E c’è da pensare che, insieme alla lotta scudetto con la Juve, questo tira e molla diventerà il tormentone interista del finale di stagione. «Credo che sia arrabbiato e deluso come lo ero io dopo Manchester - esordisce Moratti in una pausa dell’assemblea della Federcalcio che ha rieletto Abete presidente - dopo l’eliminazione europea. Umanamente è comprensibile il momento di sbandamento, la sua è solo ambizione. Ma nella vita qualche volta si cambia e poi dopo appena tre mesi ci si pente, non è così facile scegliere una squadra che sicuramente vincerà la Champions. Magari Ibrahimovic va da un’altra parte e poi la coppa la vinciamo noi. In ogni caso la sua non è una questione economica, come ho sentito dire domenica sera in qualche trasmissione sportiva, né di antipatia nei confronti della squadra, Ibra ha un ottimo rapporto con Mourinho e con i compagni».
Ma se i «mal di pancia» diventassero così insistenti da richiedere una cura «lontano» da Milano, ci sarebbe già un prezzo?, gli chiede qualcuno. «Un prezzo lo hanno tutti, se decidesse di andar via lo avrebbe anche lui. Non esistono appuntamenti di fine stagione, con lui c’è stima reciproca, basta parlarsi per capirsi». Il mercato dice che Ibra vale una cifra tra gli 80 e i 100 milioni di euro e in pochi possono al momento permettersi di spendere tanti soldi. Forse il Real Madrid del nuovo corso, che però ha già puntato Cristiano Ronaldo, o il Manchester City degli arabi che avevano già puntato Kakà. «Ma non facciamo paragoni con il milanista, è una situazione diversa - precisa Moratti -. Noi non cerchiamo un acquirente per Ibrahimovic. Ma se poi dovesse capitare, la società andrà avanti».
Per ora Moratti preferisce «scivolare» sul piano romantico della vicenda: «Non si può pensare all’Inter senza Zlatan per il peso che ha tra i tifosi. Mi fa piacere continuare a pensare a Ibrahimovic con noi, lui ha un contratto lungo perché è un uomo in gamba e un grande professionista, come sta dimostrando di domenica in domenica.

Penso e spero che tutto continui ad andare come è stato finora. L’Inter ha dato tanto a Ibra in questi anni, ma ritengo che Zlatan abbia dato ancora di più alla maglia nerazzurra. Gli sono affezionato e lo stimo come persona». Alla prossima puntata.

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