Sabrina Cottone
da Milano
La richiesta è semplice e rivoluzionaria, trattare Milano come Roma. Il sindaco Letizia Moratti guarda negli occhi il governo in trasferta: «Roma ha avuto dal decreto Bersani lesenzione dal patto di stabilità per gli investimenti su ferro, ovvero ferrovie e metropolitane. Noi chiediamo solo di aggiungere la parola Milano alla parola Roma». Lancia numeri destinati a colpire la mente di chi immagina unarea avanzata e privilegiata dagli investimenti, una città che può permettersi il lusso di essere trascurata: «Il tasso di infrastrutture è inferiore alla media nazionale, perché abbiamo quattordici chilometri ogni diecimila abitanti, contro i trenta chilometri di media del Paese».
Il teatro della sfida istituzionale è il convegno «Milano globale, competere e fare sistema», organizzato per discutere il rapporto Ocse sulla città. Tra i relatori il presidente del Consiglio, Romano Prodi, il ministro delle Infrastrutture, Antonio Di Pietro, il ministro dello Sviluppo economico, Pierluigi Bersani. Insomma, cè metà Palazzo Chigi, ancora una volta a Milano a regalare promesse. «Il tavolo Milano è stato costruito sul serio. Il governo cè» dichiara il premier. Letizia Moratti e il presidente della Regione, Roberto Formigoni, li accolgono con gentile scetticismo. «Nel discorso di Prodi ci sono elementi positivi. Ora verificheremo. Non sono per far saltare i tavoli ma spero di avere maggiore attenzione su sicurezza e infrastrutture» abbozza il sindaco. Formigoni non è da meno: «Considero le parole del premier un impegno per Milano».
Lappuntamento decisivo è per dopodomani a Palazzo Chigi, quando sarà chiaro se gli emendamenti alla Finanziaria conterranno fondi e finanziamenti per Milano, per Malpensa e per la Lombardia. Nellattesa Prodi parla da professore chiamato a consigliare studenti svogliati: «A Milano manca la rete e soprattutto qualcosa che diventi primo nel mondo. Rischia di scivolare con dolcezza. Proviamo a rischiare, buttiamo tutte le risorse su un settore, cè il design, la moda, le biotecnologie...». Discetta da teorico sullaeroporto lombardo e le sue difficoltà. «Il problema di Malpensa è arrivare a Malpensa. Se ci fossero i treni e le strade giuste laeroporto sarebbe decollatissimo» dichiara, nonostante tra le priorità messe nero su bianco nella Finanziaria manchino proprio i collegamenti tra Malpensa e il suo bacino passeggeri. Contraddizioni che al momento Formigoni e Moratti preferiscono non sottolineare troppo, sperando di portare a casa il più possibile dalle trattative romane.
Il tema delle infrastrutture e del destino dellhub lombardo caldo, così come la società mista Regione-Stato che nascerà per gestire gli appalti della Pedemontana (larteria che collegherà Bergamo a Malpensa), della direttissima Milano-Brescia e della Tangenziale esterna di Milano. Di Pietro promette che ci saranno i fondi, le nuove regole per le autostrade e persino gli stanziamenti per la metropolitana milanese, finora rimasti fuori da qualsiasi documento. «Non vogliamo fare ingelosire il sindaco di Milano» gigioneggia.
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