Moratti oggi incontra Borrelli: «L’Inter può stare tranquilla»

«So che cosa abbiamo fatto. Non accostate la società al caso Telecom. Certe fantasie non mi divertono»

Gian Piero Scevola

L’affaire Telecom impazza, l’Inter si sente accerchiata ma, invece di preoccuparsi e di strapparsi i capelli per la disperazione (come magari qualcuno vorrebbe), in via Durini i dirigenti nerazzurri fanno sfoggio di ottimismo. Poco importa che esista una ricevuta di pagamento intestata all’Inter presso la sede inglese della Worldwide Consultant Security, la società off-shore di Emanuele Cipriani, titolare della Polis d’Istinto che, oltre a collaborare con la Telecom, ha sviluppato una cospicua attività illegale con le intercettazioni. Poco importa che Carlo Buora, vice presidente esecutivo di Telecom, sia anche vice presidente nerazzurro insieme a Rinaldo Ghelfi. E poco importa anche che vi sia un dossier relativo all’arbitro De Santis a cura della solita Polis d’Istinto così come, secondo la testimonianza di una dipendente Telecom, anche il traffico in entrata e in uscita di Juventus, Figc, Gea World, di Benedetta e Chiara Geronzi e del guardalinee Enrico Ceniccola (indagato dalla Procura di Napoli e amico per la pelle di De Santis) era controllato dal «grande orecchio» Telecom. Queste, che per tutti sono certezze e che tanti vorrebbero riversare sull’Inter come capi di chissà quali accuse, a Palazzo Durini lasciano il tempo che trovano.
L’Inter ha sì fatto seguire e controllare Christian Vieri, quando giocava in nerazzurro e quando la sua vita privata destava più di una preoccupazione alla società. Ma tutto nei limiti della legge, così come la stessa legge, con un decreto di qualche giorno fa del Consiglio dei ministri, ha deciso la distruzione di tutte le intercettazioni illegali emerse dallo scandalo Telecom. E allora, perché preoccuparsi? «Io invece sono arrabbiato per l’accostamento dell’Inter alla vicenda Telecom, perché conosco perfettamente la posizione dell’Inter e certe fantasie non mi divertono proprio per niente», il commento secco di Massimo Moratti. «Però credo che su questo argomento mi debba o mi voglia sentire Borrelli e quindi credo che sia corretto parlarne con lui e non mettermi a cercare di trovare tesi davanti ad altri, tesi che poi non mi divertono affatto. Credo che la spontaneità sia reciproca e che tutti e due abbiamo voglia di vederci». «Un’idea però me la sono fatta - continua il patron nerazzurro -. Io so quello che ha fatto l’Inter e quello che ho fatto io. Comunque ho già detto che risponderò a qualcuno (Borrelli, ndr) che ha diritto, più di tutti, di sapere subito. Anche per il bene del calcio. Altrimenti qui si crea una montagna di problemi. Rimango un po’ meravigliato di leggere certe cose e dello spazio dato alle tesi di alcuni, ma così vanno le cose in questo Paese».
E in serata è arrivata la tanto attesa chiamata di Borrelli: i due si vedranno forse oggi stesso a Milano (Borrelli vuole evitare a Moratti una dannosa esposizione mediatica negli uffici romani di via Allegri). Intanto l’arbitro De Santis è pronto a costituirsi parte lesa se le indagini sulla raccolta abusiva di informazioni portassero a rinvii a giudizio. E oggi la VI sezione del Consiglio di Stato discuterà il ricorso di Luciano Moggi contro il Tar del Lazio che aveva ritenuto legittima la squalifica inflitta dalla giustizia sportiva all’ex dg bianconero.
Primo incontro invece ieri tra il commissario straordinario Luca Pancalli e il ministro dello Sport Giovanna Melandri.

È stato deciso di convocare l’assemblea per il rinnovo dello statuto Figc entro la fine di dicembre e di continuare sulla strada delle riforme del calcio, a cominciare dalla giustizia sportiva che vedrà insieme Borrelli e il procuratore federale Stefano Palazzi con l’unificazione dell’Ufficio indagini e della Procura Figc. E Pancalli ha confermato che lunedì sarà a Coverciano da Donadoni per discutere la grana dei premi mondiali.

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