«Milano è la mia casa, la amo profondamente e finché potrò aiutarla darò tutto il mio impegno». Tradotto: si ricandida? «Non voglio ipotecare il mio futuro, ma è certo che sono orgogliosa di fare il sindaco e amo il mio lavoro». Letizia Moratti, alla festa del Pdl che ieri è stata chiusa al Lido dal premier Silvio Berlusconi, non si autoproclama la candidata a Palazzo Marino per il 2011, anche se già il ministro Mariastella Gelmini lha definita una conseguenza «naturale». E anche il ministro e coordinatore del Pdl Ignazio La Russa, ieri ha fatto presente «la regola che vale per tutti i sindaci». E cioè che «in genere un sindaco dura dieci anni, dopo cinque non sono i partiti ma i cittadini a giudicare. E penso che la Moratti meriti che questa regola sia rispettata». La diretta interessata si limita a trasmettere al partito e ai milanesi che il mestiere le piace e per il bis è a disposizione. Non fa cenno al braccio di ferro che si trova a giocare un giorno sì e laltro pure con Pdl e Lega - da Ecopass al tema della moschea fino allultimo scontro sul condono per le vecchie multe - ma anzi, assicura: «Sono in grandissima sintonia con la mia maggioranza, per i valori e anche per lallegria.
Per questo sempre in passato ho rifiutato tutti gli incarichi che mi sono stati proposti dal centrosinistra». Una vita «intensa e piena» quella del sindaco: «Il dispiacere che mi porto dentro ogni sera è non essere riuscita a rispondere a tutti».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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