La Moratti torna all’attacco e Berlusconi la difende: "Pisapia amico dei violenti"

Il premier: "Sono sceso in campo in prima persona per dare una mano e vincere a Milano al primo turno". Salvini si smarca ancora: "Letizia ha esagerato ma l'hanno massacrata"

La Moratti torna all’attacco e Berlusconi la difende: "Pisapia amico dei violenti"

Silvio Berlusconi non vede «come la sinistra possa scandalizzarsi perché la Moratti ha ricordato una condanna di primo grado per il proprio candidato». E i «milanesi non sono sprovveduti, voteranno Moratti». Lei non si pente. «No». Anzi, torna all’attacco dell’avvocato ultrarosso Giuliano Pisapia incassando l’appoggio convinto del premier. A smentire i soliti retroscenisti che vorrebbero tra i due più bufera che unità. Testimoniata, se ce ne fosse stato bisogno, dalle telefonate tra i due nelle ultime ore e dai ripetuti appelli di ieri, tra radio e televisioni, di Berlusconi per la Moratti. Pisapia, sostiene il premier, non ha ragione di lamentarsi. «Ha degli alleati che sono l’estrema sinistra e i centri sociali che sono un covo di violenti e dei facinorosi». La Moratti apprezza. «Riconfermo tutto quello che ho detto e ringrazio moltissimo Berlusconi per la sua solidarietà».
Ma, almeno nel centrodestra, c’è più voglia di voltar pagina. E di parlare di Milano. L’appoggio alla Moratti, spiega Berlusconi, serve «per dare realizzazione ai progetti che ha in corso». A partire «dalle due linee della metropolitana. Bisogna votarla per consentirle di migliorare ancora di più i servizi che ha fornito alle famiglie, ai bambini, alle mamme, agli anziani. Letizia Moratti dopo avere raddoppiato il numero degli anziani assistiti a domicilio si è impegnata davanti a me a triplicarlo addirittura e a procedere nell’organizzazione di quell’evento straordinario che è Expo 2015». E sull’esposizione mondiale, ha ricordato che «la stessa Moratti è riuscita vittoriosamente a portarla in Italia sottraendolo alla concorrenza di molti altri Paesi e che aprirà Milano verso il futuro facendola diventare per un anno la capitale mondiale».
Due leadership nel centrodestra, quella di Berlusconi al governo del Paese e quella della Moratti a Milano, che tengono unita la coalizione e mettono invece in crisi gli avversari. Con la paura e le crepe che già si cominciano a vedere. «Se dovesse vincere al primo turno - ha detto ieri a Radio Citta futura il deputato milanese del Pd Emanuele Fiano - per il Pd non sarebbe certamente un risultato positivo. Che aprirebbe inevitabilmente una verifica all’interno del partito. Non so se verrà messa in discussione la leadership del segretario Bersani, ma spero si apra una riflessione autocritica molto profonda». Come a dire che l’effetto-Moratti potrebbe arrivare fino a Roma. E dare una bella spallata al Pd, sicuramente il partito oggi più in crisi. E che a Milano uscirà con le ossa rotte, triturato da Nichi Vendola, Tonino Di Pietro e perfino dal «grillino» Mattia Calise.
Tutt’altro vento nel centrodestra, con i sondaggi che lo vedono ben sopra il 50 per cento. Soprattutto perché, ripete nel pomeriggio di ieri Berlusconi ai microfoni di Cnr media, «la sinistra in tutte le situazioni in cui amministra ha fatto malissimo, si pensi ad esempio al debito che ha lasciato a Roma o la situazione terrificante di Napoli dove amministra da anni». E i milanesi che hanno «le idee molto chiare».

Poi racconta come si sia «deciso a scendere in campo direttamente come capolista del Popolo della Libertà, perché ho voluto dare un segnale di vicinanza alla signora Moratti e a tutti gli altri della sua squadra di governo. Sono assolutamente convinto che noi vinceremo senza andare al ballottaggio, vinceremo al primo turno».

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