«Per qualcuno lInter deve comunque avere un problema. Quello del contratto di Mancini non lo è». Il clima natalizio invita il presidente Massimo Moratti a raddoppiare la sua pazienza. Dentro San Siro, alla Festa di Natale nerazzurra con quattrocento invitati più Aldo, Giovanni, Giacomo e il fotografo Toscani, il presidente è costretto a rispondere alle medesime domande che gli venivano poste un anno fa. Moratti, giusto per non apparire sgarbato, avrebbe voluto ricordare che qualcosa nel frattempo era cambiato rispetto al passato, ma è restato sul pezzo: «È stato sicuramente un anno molto positivo. Lo scudetto, arrivato anche per colpa di altri, è un ottimo scudetto. Le vittorie in Tim Cup e in Supercoppa, hanno confermato quelle delle stagioni precedenti a dimostrazione che Mancini è serio e costante anche in manifestazioni solitamente affrontate con maggiore superficialità». Ma Moratti sa anche cosa bolle in pentola e anticipa: «Puntiamo allo scudetto che è la cosa più importante. Credo che aver vinto ci abbia tolto un peso dalle spalle, ovvero quello di giustificare un periodo con poche vittorie. Si affrontano le partite con meno complessi e con maggiori facilità e leggerezza». Villareal e Champions le ha trattate con uguale metro: «Dopo le prime due sconfitte in Champions league, non credevo molto di raggiungere gli ottavi, ma cè stata una dimostrazione di sicurezza e di grande forza che hanno confermato le potenzialità di questo gruppo. E dopo lesperienza con il Villareal non ci sono più preferenze: ricordo che erano tutti contenti di averlo pescato». E in chiusura ha esaminato il prossimo mercato di gennaio: «Sembra che tutti abbiano voglia di farci muovere pedine. Noi invece andiamo molto bene così. Abbiamo una squadra della quale siamo soddisfatti e che va bene anche sotto il punto di vista dei rapporti tra i calciatori. Quindi non vorrei andare a rovinare nulla».
Contro il Messina lInter rischia di cancellare anche la propria storia con la vittoria numero nove che supererebbe le mitiche annate di Herrera e Trapattoni. E Dejan Stankovic ieri si è recato a Belgrado per ritirare il premio come miglior calciatore serbo del 2006.