Cultura e Spettacoli

Moretti risponde ai vescovi: "Clima da Controriforma"

Moretti risponde ai vescovi: "Clima da Controriforma"

Berlino - Quando si dice: «La faccia allegra degli italiani in gita... ». Alla Berlinale, ieri, il film Caos calmo ha avuto dieci-quindici secondi di applauso da un settore della stampa in sala. Poco, almeno rispetto all'applauso dell'altroieri per Happy-Go-Lucky, il gioiellino di Mike Leigh; ma quasi tutti gli altri hanno solo gelidi silenzi. Questo tepore e quasi due milioni d'euro incassati in Italia spiegavano ieri la faccia allegra di chi, giunto dal Tevere, aveva pernottato sulla Sprea. Ecco il fior fiore dei gitanti: il produttore Domenico Procacci, lo co-sceneggiatore e protagonista Nanni Moretti, il regista Antonello Grimaldi, il soggettista Sandro Veronesi, i co-sceneggiatori Laura Paulucci e Francesco Piccolo, le interpreti Blu Yoshimi, Isabella Ferrari, Valeria Golino e perfino Kasia Smutniak, che nel film ha cento passi e una battuta! E Alessandro Gassman.

Erano in undici sul palco delle conferenze stampa; altri tre, in panchina, pardon, in poltrona. Fare squadra li ha resi esuberanti nel replicare al portavoce della Cei contro la messa in scena di un sesso sterile. Al precedente incontro, solo per la stampa italiana alla Berlinale, Moretti era assente; quindi erano stati gli altri, in coro, a dirsi «preoccupati per il neoguelfismo», come Veronesi chiama la sudditanza di «certi laici» - il Pd e La Repubblica - verso i cattolici.
Però dichiarazioni «neoguelfe» ci sarebbero state se la Ferrari a un'intervista non avesse risposto che il sesso di scena con Moretti era stato alcolico (previa vodka), ma soprattutto vissuto? Ahinoi, «la sventurata rispose». Così, da giorni, l'Italia giornalistica discetta di sodomia. Essa è chiara nel romanzo di Veronesi, ma chi vede solo il film di Grimaldi, vede ciò che negli ultimi quarant'anni s'è stravisto: maturi attori, nemmeno nudi, mimare un coito non necessariamente «innaturale».

Morale: tantissima gratuita pubblicità - a questo punto anche internazionale perché ieri il film è stato comprato anche in Germania, dopo che in altri tredici Paesi - a un film «che contiene anche una bestemmia», come mi fa notare proprio Grimaldi. Simpatico autore di Asini con Claudio Bisio, prima che di Caos calmo per Nanni Moretti, Grimaldi concorre in un grosso festival, dimostrando che c'è una possibilità per tutti nella vita. Ha un'età per ricordare quel che anch'io ricordo, l'allenatore del Cagliari, Manlio Scopigno, che di un suo difensore, convocato al Mundial messicano, disse: «Mai avrei immaginato di vedere Comunardo Niccolai in mondovisione!».
A parte questi istanti di serenità involontaria, la Berlino degli italiani in gita si erge come ai tempi di un'altra sodomia, non alcolica ma butirrosa: quella di Brando con la Schneider in Ultimo tango a Parigi di Bertolucci (1972).

L'esortazione del portavoce della Cei agli attori, perché evitino certe scene, qui - nella Berlino-Sodoma di oggi che non diverge da quella di Cabaret - è parsa infatti controproducente, almeno fra il cast di Caos calmo.

Gassman è perentorio: «Quel prete si faccia i fatti suoi. Il suo mestiere è aiutare i poveri, però io incontro tanti preti che viaggiano in prima classe... ». La Ferrari ironizza: «Mi pento, mi pento di ogni peccato!». La Golino la mette sul professionale: «Mi vergogno se ho girato una scena di sesso gratuito, come m'è capitato. Altrimenti no». Veronesi apre il Vangelo che ha portato da Roma e scandisce il passo di Marco (5,7) sui farisei, invitando il portavoce della Cei a riconoscersi. Procacci coglie l'essenza politica: «Se non fossimo in campagna elettorale, non ci sarebbe un caso». Forse. Ma sono proprio le elezioni che inducono Nanni Moretti a dire quel qualcosa di sinistra poco dopo. C'è la rasoiata per la Cei affidata alla tv Sky: «Ha ragione Ermanno Olmi, siamo tornati alla Controriforma». E c'è la legnata per Berlusconi, che sarebbe parsa indelicata se detta su Sky: «Ricordo a voi, stampa internazionale, che per la quinta volta in quattordici anni un candidato alle elezioni italiane controlla tre grandi reti tv».

Il caimano è sempre tra noi.

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