Politica

Morri, la «strana» carriera dell’ultrà ds

Dipendente regionale, ha fruito di uno scatto nonostante due anni di assenza

Felice Manti

da Milano

Per Fabrizio Morri sono giorni felici. Il parlamentare dei ds eletto nelle Marche, già braccio destro del segretario della Quercia, Piero Fassino, ha incassato due vittorie niente male. Il suo «nemico» giurato, il direttore del Tg1 Clemente J. Mimun tra qualche giorno lascerà la sua poltrona. Negli ultimi mesi del governo Berlusconi e in campagna elettorale, Morri si era messo in evidenza per le sue battaglie quasi quotidiane contro il direttore del Tg1, definito «marchettaro» e direttore di un «telegiornale di m...». Battaglie che lo scorso 15 settembre lo hanno portato a guidare il gruppo dell’Ulivo nella commissione di Vigilanza sulla Rai. Ma la sua promozione sul campo politico ha preceduto di qualche giorno una progressione di carriera come dipendente della Regione Piemonte (amministrata dall’Unione). Una vittoria macchiata però da un giallo burocratico.
A denunciare un’irregolarità nella promozione di Morri è un consigliere regionale del Piemonte di Alleanza nazionale, Gian Luca Vignale: «L’esponente dei Ds - dice il consigliere di An - ha ottenuto uno scatto aziendale, con conseguente aumento di stipendio, anche grazie a una valutazione di 35 punti (il massimo previsto) “sull’esperienza professionale” per gli ultimi due anni. Peccato che, stando ai criteri decisi proprio dalla Regione Piemonte - sottolinea Vignale - il punteggio da attribuire a Morri come “dipendente non valutabile per mandato politico-amministrativo” è quella medio», dunque inevitabilmente inferiore a quella massimo».
In effetti, scorrendo l’elenco dei dipendenti in corsa per la promozione si scopre anche che molti dipendenti regolarmente in servizio hanno ottenuto un punteggio a volte molto inferiore a 35 punti.
La graduatoria è stata resa pubblica lo scorso 11 settembre. «Entro il 15 settembre - continua Vignale - i diretti interessati avrebbero potuto segnalare eventuali discordanze in merito alla graduatoria, ma nessuno l’ha fatto. Ma qualcuno ha consentito che un dipendente assente per motivi politici abbia un voto più alto del dovuto. Questo rappresenta un insulto ed un’offesa per i tanti dipendenti che quotidianamente svolgono il proprio lavoro».
Ma la vicenda, assicura il consigliere di An, non può fermarsi qui: «Ho chiesto inutilmente un chiarimento in Consiglio regionale. Se la graduatoria come penso non verrà modificata avremo l’ennesima dimostrazione di come, nonostante le denunce, il centrosinistra in Piemonte come al governo non abbia alcuna remora ad attuare i propri personalissimi progetti con i soldi dei contribuenti. Oggi è il caso di un dipendente regionale, promosso per il lavoro che non ha mai svolto nell’Ente dove è stato assunto a tempo indeterminato. E domani, che cosa si devono aspettare i cittadini italiani?».
felice.

manti@ilgiornale.it

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