Morricone: «La mia musica è l’opera di oggi»

da Verona

Stavolta non canticchiare assieme all'orchestra sarà difficile. Non tutti ricorderanno i film; ma chi potrà dire d'averne dimenticato le musiche? E così il concerto di lunedì all'Arena di Verona, sul podio Ennio Morricone - con l'Orchestra e il Coro della Scala - a dirigere le sue più celebri colonne sonore, rischia di risultare uno degli eventi cultural-popolari dell'estate. «C'è stato un tempo in cui mi seccava essere conosciuto in tutto il mondo solo come compositore di musica da film - ammette il maestro -; ma oggi grazie al contatto col pubblico, ho capito quanto la mia musica sia amata». E quando i venticinquemila dell'Arena fischietteranno le note di Metti, una sera a cena, Sacco e Vanzetti, Nuovo Cinema Paradiso nonchè di tutte le pellicole di Sergio Leone il maestro avrà l'ennesima conferma. Il compositore cinematografico più amato d'Italia è lui. Al punto d'essere l'unico musicista da richiamare all'Arena le stesse folle che accorrono per Verdi o Puccini? «Non esageriamo. Anche se l'accostameno ha una sua logica. L'opera era l'espressione musicale più popolare dei secoli scorsi. Oggi, quel sentimento popolare è espresso anche dalle musiche dei film». Ma quante coonne sonore ha scritto, maestro? «450. Sono piuttosto prolifico; almeno finchè ho le idee chiare. E quando latitano me la cavo col mestiere». Ce n'è qualcuna che avrebbe preferito non comporre? «Una sola. Per un film degli anni 70, ma non dirò mai quale». E le colonne sonore degli altri? «Non sono invidioso, so apprezzare il talento. Lo sa che in America molti compositori si limitano a buttar giù dei brogliacci, poi strumentati dai collaboratori? Una volta che volli dirigere la suite di Via col vento non siamo riusciti a trovarne la partitura completa. Ritengo tutto questo moralmente e professionalmente scorretto».

Con che spirito i professori della Scala si sono avvicinati alle sue partiture? «Sono professionisti eccelsi, che possono eseguire di tutto. Nelle mie musiche, li sentii già a Ravenna, diretti da Riccardo Muti. Sublimi». E la colonna sonora numero 451? «Quella per il nuovo flm di Giuseppe Tornatore La sconosciuta».

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