Cultura e Spettacoli

Morricone sprone i giovani: non scegliete «il facile»

«Scegliete sempre una professione che vi interessa, senza amore e passione non c'è esito felice. Ma bisogna anche imparare a soffrire». È il «messaggio nella bottiglia» di Ennio Morricone affidato ai ragazzi del Tnt, il Festival dei Giovani Talenti promosso dal ministro della Gioventù, al termine della sua lectio magistralis.
Che cos'è la musica in un film, a cosa serve e come nasce? Morricone lo ha spiegato partendo da uno scritto di Pier Paolo Pasolini che accompagnò l'uscita di un suo 33 giri: «La funzione principale è rendere chiaro il tema del film, che può essere concettuale o sentimentale», la colonna sonora «è ambigua: didascalica e emotiva contemporaneamente». Il compositore deve «dare la sua interpretazione», aggiungere «quello che le immagini non spiegano, parlare più che ai sensi per il cervello». Può capitare di non intendersi come, ricorda, «nell'ultimo film di Tornatore, Baaria. Ho scritto un pezzo che proprio non gli andava bene. Di solito c'è una tale affinità di idee tra me e lui che a volte ragioniamo alla stessa maniera. Ma in quel caso proprio no, così ho preso un pentagramma e ho scritto il pezzo di nuovo, con l'orchestra già pronta. L'ho diretta e lui mi ha detto che quello era il più bello del film. Ma non era vero».
In ogni caso, ha detto all'uditorio di giovani musicisti e appassionati di cinema, puntare su un concetto chiaro: «Un regista - ha detto raccontando un aneddoto - voleva che vi fosse un oboe, il coro e la musica dissonante. Ha voluto vincere la battaglia ed è venuto uno schifo...». Parlando dei sui lavori e delle sue prime esperienze come arrangiatore per Gianni Morandi e Toni Fontana, il compositore, premio Oscar alla carriera nel 2007, ha detto di aver imparato che il risultato è più efficace se «si scelgono armonie semplici, come quelle dei cantautori», senza però «inseguire il facile. Cercate qualcosa che vi distingua», è un consiglio professionale e di vita. Ha poi anche rivolto una preghiera: «Ho fatto 450 film, solo 38 western, eppure mi si considera ancora uno specialista dei western. Mi dispiace che questo venga considerato il mio limite». Prima del commiato un siparietto con il ministro Giorgia Meloni, arrivata per i saluti finali e non per quelli iniziali perché impegnata in aula.

«Mi sono lamentato della sua assenza - le ha fatto notare - ho detto: "i ministri hanno sempre qualcosa da fare"».

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