Morta Christensen, poetessa metafisica

Inger Christensen, da tempo candidata al premio Nobel della letteratura, è morta venerdì scorso all’età di 73 anni. Già nelle prime due raccolte in versi, Luce (1962) ed Erba (1963), Christensen espresse la sua intensa sensibilità visionaria e la ricerca del metafisico nella quotidianità. Nata il 16 gennaio 1935 a Vejle, nell’ovest della Danimarca, l’autrice svolse per tutta la vita la professione d’insegnante, coltivando contemporaneamente l’attività di scrittrice, poetessa e saggista. Considerata una delle figure letterarie danesi più conosciute all’estero e membro dell’Accademia Mondiale della Poesia, la sua raccolta poetica più famosa a livello internazionale è Alfabeto, tradotta in tredici lingue (in italiano apparve dall’editore Giardini nell’87). Sue liriche sono apparse in traduzione italiana anche sulla rivista Poesia dell’editore Nicola Crocetti.

Autrice di romanzi e libri per bambini, Christensen nel ’64 pubblicò le novelle raccolte in La macchina del moto perpetuo, a cui seguì tre anni più tardi l’altra raccolta di novelle Azorno. Nel ’69 pubblicò il poema Quello, una sorta di summa del dibattito ideologico e filosofico degli anni Sessanta, con il quale guadagnò fama internazionale. Scrisse anche per il teato, la radio e la televisione.

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