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Morta Renata Scotto, regina del canto

Una soprano con un talento innato eccezionale. Come la sua volontà

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Morta Renata Scotto, regina del canto

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Ieri, se ne è andata la regina del canto Renata Scotto. Aveva 89 anni questo soprano nato e sbocciato a Savona, la città che la incoronò Violetta (Traviata) a soli 19 anni. Di lì a un anno, nell'Italia da ricostruire, Scotto debuttava alla Scala nella serata delle serate, era il 7 dicembre 1953 e ieri come oggi si inaugurava la stagione. Cantava nella Wally accanto a pesi massimi come Renata Tebaldi e Mario Del Monaco, sul podio Carlo Maria Giulini. Avrebbe poi ammesso che quegli inizi così precoci avevano rischiato di mandare a gambe all'aria la carriera perché - questo il racconto - «iniziai subito ad avere problemi vocali. Alfredo Kraus mi consigliò di cambiare maestro. Mi portò da Mercedes Llopart, la mia salvezza. Del resto, cantavo per istinto e natura, totalmente ignara della tecnica». Tempo qualche mese, e quel talento di fuoco riemergeva in tutto il suo splendore, in Scozia subentrava a Maria Callas trovando la rampa del lancio internazionale. La nuova Scotto aveva ora una tecnica tale da farne - poi - anche una maestra di vaglia. La più grande Lucia (di Lammermoor di Donizetti) vivente, Lisette Oropesa, ha raccontato con orgoglio di aver appreso questo ruolo al Metropolitan di New York sotto la guida della Scotto.

Questa cantante aveva dalla sua parte il dono della voce, tecnica e intelligenza. Dell'ampio repertorio, fatto di 70 ruoli con picco in Bellini, Donizetti, Verdi e Puccini, ci piace ricordarne almeno quattro. Cio-Cio San in Madama Butterfly, in particolare con la direzione di John Barbirolli, Mimì ed esemplarmente nella Bohème con Luciano Pavarotti al Met di New York. Quindi Violetta e Norma (Bellini).

Dagli anni 80, si occupò anche di regia d'opera. Lo scorso anno aveva firmato Tosca al teatro Chiabrera di Savona. Nel 1977, ripresa da una TV americana, si scoprì troppo in carne. Si mise a dieta perdendo 15 chili. «Alcune persone temono che perdere peso possa danneggiare la voce. Ritengo invece che sia solo un espediente per proteggere i cantanti grassi», disse.

In barba all'ipocrisia attuale.

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