Morta la Vinciguerra critica d’assalto diventata famosa per le gag di Teocoli

Domenica la sua sedia a Mattina in famiglia è rimasta vuota, e Tiberio Timperi ha giustificato in diretta la sua assenza augurandole una pronta guarigione. Ma l’«in bocca al lupo» di Timperi non ha portato molta fortuna a Claudia Vinciguerra, che non tornerà più nel weekend mattutino della Rai, quasi insaccata nella poltroncina, a raccontare con la sua voce gracchiante fatti e misfatti dei programmi tv.
La Vinciguerra s’è spenta a 87 anni in ospedale a Roma, dov’era stata ricoverata venerdì notte praticamente in coma. Bacchettava a destra e a manca, distribuendo a mani basse caramelle o carbone alle trasmissioni tv e ai loro personaggi. Le sue critiche concitate e surreali (contrappuntate dalla frase sibillina: «non so, ma per me tutto è possibile»), costellate di gaffe e di «sparate», hanno spesso messo in imbarazzo Timperi e hanno fatto tendenza.
Teo Teocoli non ha perso l’occasione di farne una splendida imitazione, e di metterla in primo piano nella sua galleria di personaggi, tra Maurizio Costanzo, Cesare Maldini, Ray Charles e molti altri. Lui ne faceva una caricatura perfetta; sembrava proprio lei intabarrato in quei golfini stretti e in quelle calze (quasi sempre rosse) con le stesse movenze, i toni vocali, l’accento romanesco, i convulsi accessi di tosse perfetti. Grazie alle «Teocolate» di Quelli che il calcio e Mai dire gol, Claudia Vinciguerra entrò nell’immaginario collettivo. «Non ho parole - dice lo showman - preferisco che sia ricordata con un sorriso attraverso il mio personaggio. All’inizio lei non la prese molto bene, ma era una donna spiritosa e cambiò idea». Alla Vinciguerra quell’improvvisa popolarità - dopo tanti anni di critica televisiva e cinematografica a Il Giorno - non dev’essere dispiaciuta poi tanto. Infatti apparve persino in tv in prima serata, da Fiorello, in una divertente scenetta a letto con Teocoli nei panni dello scombiccherato cronista sportivo Caccamo. In seguito disse: «Deve avermi studiata per giorni, persino i dettagli sono precisi: la mia tosse un po’ bronchiale, la risata fragorosa, la pettinatura, gli anelli. Certo è un po’ tutto caricato. Solo una cosa non è verosimile, la cotoletta nella borsa perché sono vegetariana». Nonostante si occupasse di cose «leggere», è stata cresciuta dal padre, l’intellettuale antifascista Mario Vinciguerra, e ha frequentato Benedetto Croce e soprattutto le sue figlie più giovani, Silvia e Lidia.
Oggi comunque è il mondo dello spettacolo, che la fotografa al meglio con Gerry Scotti che ricorda: «È stata un personaggio televisivo unico nel suo genere. Lei mi definiva un signore della tv, uno di altri tempi.

Poi mi tirava le orecchie su tante cose, mi sgridava se un programma non le piaceva. Ma era assolutamente gentile nonostante la sua ruvidezza formale. Non aveva peli sulla lingua e non le mandava a dire, non per il gusto di insultarci o offenderci, ma per stimolarci a fare meglio».

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