Proprio nei giorni in cui lex presidente Francesco Cossiga fa rivelazioni-fiume sul rapimento di Aldo Moro, sostenendo che «i dirigenti dei sindacati delle fabbriche sapevano» dove si trovassero i covi dei brigatisti, arriva in libreria la nuova fatica di Antonio Socci dedicata a Padre Pio da Pietrelcina, il santo con le stimmate. E nel libro, intitolato Il segreto di Padre Pio (Rizzoli, pagg. 321, euro 18) si parla anche di una premonizione che il frate cappuccino, scomparso dieci anni prima della tragedia di via Fani, ebbe sullo statista democristiano. Una premonizione tinta di sangue.
È noto che Aldo Moro fosse un estimatore di Padre Pio e lavesse frequentato. «Fra laltro - annota Socci - il caso vuole che fosse nato il 23 settembre che poi sarà il dies natalis, cioè il giorno della morte, del Padre». Cera dunque un legame personale fra i due. Davvero il santo del Gargano vide qualcosa sul triste destino delluomo politico? Ci sono almeno due episodi, osserva lautore del volume, che lo fanno sospettare. «Uno sembra risalire agli anni Cinquanta: si racconta che il padre si sia fermato di colpo per il corridoio dicendo due volte ad alta voce: Moro si muore!. Poi - dicono - stette come sconvolto tutto un giorno e con gli occhi era come se scorresse le immagini di un film». Il secondo episodio risale al tempo del primo governo Moro, e dunque è databile tra il dicembre 1963 e il luglio 1964. «Accadde davanti a due persone - ricorda Socci -. Padre Pio aveva di fronte a sé un giornale. Cera lì pubblicata la foto di Moro e a un certo punto, guardandola, il padre si sarebbe portato le mani agli occhi dicendo: Mamma mia, quanto sangue! Quanto sangue!». Lepisodio è raccontato dal giornalista Giovanni Gigliozzi, recentemente scomparso, che assistette personalmente alla scena.
Agli atti del processo di beatificazione cè poi una testimonianza di Mario Frisotti, il quale afferma che il futuro santo preavvertì «un eminente uomo politico della Dc» di fatti negativi che sarebbero accaduti. Lultimo degli incontri tra Padre Pio e Moro avvenne il 15 maggio 1968, pochi giorni prima delle elezioni. Lo statista stava completando il giro elettorale in Puglia e il giornalista Peppino Giacovazzo, che faceva parte del suo staff, gli organizzò anche la visita a San Giovanni Rotondo. «Moro fu contento di passare da Padre Pio - ricorda Giacovazzo al Giornale - anche se i frati inizialmente non volevano la presenza di fotografi. Riuscii a ottenere che ve ne fosse uno. Lincontro avvenne e durò una ventina di minuti: Padre Pio era già molto sofferente. Assistetti al colloquio, i due si scambiarono qualche parola». Poi, di colpo, la vetrata si spalancò. «Allimprovviso apparvero una trentina di fotografi che scattarono tantissimi flash. Ricordo che Padre Pio sarrabbiò, e tentando di alzarsi facendo forza sui braccioli li apostrofò dicendo Figli di...». Anche se quella volta i due non parlarono di politica, grazie a tante testimonianze sappiamo come Padre Pio la pensasse: «Riteneva che il partito dei cattolici non dovesse avere a che fare con i comunisti».
Nel libro di Socci, che approfondisce con molti dettagli inediti il desiderio di Padre Pio di farsi vittima, di offrirsi in sacrificio per prendere su di sé le sofferenze degli altri, ottenere per loro delle grazie e redimerli dal peccato, viene riportata anche unaltra premonizione del frate con le stimmate, relativa allelezione di Paolo VI, un Papa che metterà fine al clima di sospetti e di accuse contro il santo del Gargano. Nel 1959, ricevendo la visita del commendator Alberto Galletti di Milano, Padre Pio lo pregò di portare «una fiumana di benedizioni al cardinale Montini». «Aggiungo la mia indegna preghiera - disse il frate - ma tu di allarcivescovo che, dopo questo, lui sarà Papa. Si prepari».
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