In fin dei conti è il problema di ogni individuo fin da quando prende coscienza di se stesso: come essere originale, come non essere uguale agli altri? D'altra parte il mito classico per eccellenza di affermazione di se stessi, si sa, è il parricidio, perché non tutti hanno la pazienza di Leopardi nel sopportare quel trombone di Monaldo. In letteratura è il concetto di «post-moderno»: dopo i grandi classici, non si può far altro che ripetere e citare, tutto è stato detto (non è vero, lo hanno dimostrato gli scrittori, ma il concetto se lo sono inventato i critici perché non sapevano cos'altro dire).
Ci volevano due autori di fumetti, Cullen Bunn e Matteo Lolli, per creare la più geniale parodia della questione, attraverso Deadpool, il supereroe Marvel più pazzo, il Mercenario Chiacchierone, il più umanamente vicino a noi romantici figli della televisione: ha pianto quando ha interrotto la serie di Manimal. La sua etica è in linea con il film che uscirà nelle sale l'anno prossimo, con uno slogan più realistico del monito serioso lasciato dallo zio Ben a Spiderman, ovvero: «Da un grande potere derivano grandi irresponsabilità». Così esce in questi giorni in fumetteria l'edizione Deluxe di Deadpool che Uccide i classici (edizione Panini Comics), e non per un motivo superficiale, ma proprio per liberarsi degli archetipi e poter essere originale almeno in questo: aver sterminato l'immaginario, tana libera tutti. Dotato del potere di viaggiare nell'«ideaverso», ossia l'universo delle idee, Deadpool sforna battute raffinatissime. Quando Moby Dick esce dal mare rovesciando il nostro eroe, lui esclama: «La metafora non mi sfugge».
Ma la prima vittima non poteva essere altri che Don Chisciotte, il padre di ogni romanzo, confutando perfino Borges, secondo il quale l'unico modo di scrivere un nuovo Don Chisciotte era ricopiarlo parola per parola (nel Pierre Menard). Un'altra soluzione, degna di Dexter: infilargli un coltello nell'occhio. Don Chisciotte si esprime con la lingua di Don Chisciotte: «Quale follia è mai questa? Quale insulto? Quei giganti hanno mandato un pagliaccio a parlamentare al posto loro!». Deadpool lo fa fuori ma ha studiato poco (all'inizio passa cinque minuti in biblioteca ma si stufa subito per passare all'azione), e quando arriva Sancho gli domanda: «E tu chi sei?» senza lasciargli il tempo di rispondere, insomma: «non importa», e gli fa esplodere la testa con una pistolettata, una vignetta da Quentin Tarantino.
Altra idea fantastica: uccidendo i classici, scompaiono i loro derivati immaginari. Senza i Tre moschettieri, non ci saranno più gli X-Man, né i Fantastici Quattro, né i Vendicatori, «neppure le Spice-Girls». Con il capitano Nemo, morirà Magneto, con Robin Hood si vaporizzerà Occhio di Falco, senza Conte di Montecristo non nasceranno né Iron né Batman. Senza il dottor Jekyll e Mister Hyde, sparirà Hulk. Senza Moriarty non ci sarà neppure il dottor Destino, e così via. Con un'obiezione, di fronte ai tre spadaccini di Dumas, che chiunque si è posto: «Ma perché vi chiamate i Tre Moschettieri se siete quattro?», e poi via, trucidati anche loro.
Seguono Achab, Tom Sawyer, Gulliver, Pinocchio, il dottor Frankenstein, perfino le Piccole Donne. È un fumetto da istituire nella scuole, per sollevare i ragazzi dal peso dell'intoccabilità dei classici, che glieli fa diventare così noiosi da non volerne più sapere per il resto della vita perché non c'è niente di più insopportabile della sacralità. Sarà il più grande investigatore della modernità, Sherlock Holmes, a tentare di salvare il mondo: si concentrerà per riportare alla mente i personaggi assassinati. Per riportare in vita un mito, basta pensarlo. Ovviamente uccidendo i modelli, scomparirà anche Deadpool, ma lui ne è consapevole, e non gli importa. Sarà il più originale, sarà l'unico proprio in questo genocidio definitivo, si salverà sparendo per sempre.
A rifletterci è la buccia di banana razzista su cui è scivolato il cattivo (purtroppo reale) per antonomasia, Adolf Hitler: voler sterminare solo gli ebrei.
Se avesse voluto cancellare l'intera umanità (e infine se stesso), sarebbe stato più simpatico. Peccato nel fumetto non ci sia il Dante brancolante nella Selva Oscura della Divina Commedia: vederlo segato in due da Deadpool mi avrebbe fatto piacere. Insieme a Benigni, già che c'è.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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