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Morto Arthur Schlesinger, consigliere di Kennedy

Quando nel 1986 Arthur M. Schlesinger jr. pubblicò Cycles of American History, gli Stati Uniti erano nel pieno di quell’era reaganiana che in qualche misura continuava e completava l’egemonia repubblicano-conservatrice iniziata nel 1968 con l’elezione alla Casa Bianca di Richard Nixon dopo la stagione di Kennedy e Johnson. Lo storico liberal (che in America significa liberal-riformatore) sosteneva che nel Novecento ogni trent’anni circa la politica americana attraversava un periodo innovatore, coincidente quasi sempre con presidenze democratiche, che si alternavano a stagioni conservatrici: 1904 con il repubblicano progressista Theodore Roosevelt, 1932 con il nuovo democratico Franklin D. Roosevelt, e 1960 con John F. Kennedy.
Dopo alcuni anni, nel 1992, l’elezione del giovane e dinamico democratico-centrista Bill Clinton convalidava puntualmente l’ipotesi schlesingeriana. Quella teoria allora enunciata da parte di un intellettuale che aveva con lucidità attraversato gli ultimi due terzi del secolo, in realtà rifletteva la sua profonda fiducia nei confronti del carattere liberale e democratico del sistema politico nato dalla Costituzione americana del 1787, la prima nell’era moderna a postulare la separazione dei poteri e dei diritti individuali di libertà. Quell’alternanza periodica nel potere presidenziale tra conservatori e innovatori, quasi un miracoloso moto del pendolo, costituiva il tratto che permetteva alla politica americana di affrontare con i pesi e i contrappesi e con la logica della discontinuità della classe dirigente qualsiasi abuso potesse verificarsi nelle alte stanze del potere.
È stato proprio questo il centro della speculazione intellettuale, della ricerca storica e dell’impegno pubblico dell’intellettuale, mancato mercoledì a novant’anni, che è sempre riuscito a conciliare la passione per il lato democratico della politica statunitense con il rigore scientifico della ricerca storica. Per questo divenne l’ascoltato consigliere dell’amministrazione Kennedy nei primi anni Sessanta.
La produzione saggistica di Schlesinger è vastissima: ha studiato quasi tutta la panoplia in cui il liberalismo riformatore si è manifestato in America: dalla nascita della democrazia di massa con il presidente Jackson negli anni Venti dell’Ottocento al New Deal rooseveltiano; dai Kennedy, dal presidente John e suo fratello Bobby, alle degenerazioni «imperiali» della presidenza; dall’anticomunismo liberale che lo portò ad essere uno dei massimi esponenti del Congress for Cultural Freedom durante la Guerra fredda, alla riflessione su The Vital Centre; fino alla recente polemica contro la società multiculturale che potrebbe portare alla «disunità dell’America».

Un messaggio di amore per la breve ma intensa storia statunitense che può essere considerato il suo testamento.

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