Morto don Barsotti l’ultimo dei mistici

Fondatore della Comunità dei figli di Dio, aveva 91 anni. Una vita dedicata a preghiera e scrittura

È morto ieri, nell’eremo di Casa San Sergio, a Settignano, sui colli fiorentini, don Divo Barsotti, mistico, poeta, teologo, scrittore, fondatore della Comunità dei Figli di Dio. Il 14 aprile avrebbe compiuto 92 anni. Grande interprete del monachesimo orientale, don Barsotti ha scritto oltre 150 libri ed ha dialogato con i più grandi filosofi e pensatori del Novecento: da Hans Urs von Balthasar a Henri de Lubac, da Thomas Merton a Giuseppe Dossetti (che lo ebbe come direttore spirituale dal 1952 alla morte, nel ’66), da Mario Luzi a Giorgio La Pira. Carlo Bo lo definì «uno degli spiriti più alti del nostro tempo».
Don Serafino Tognetti, superiore della Comunità dei Figli di Dio, fondata nel 1946 da don Barsotti, e successore del religioso scomparso, lo ricorda sul sito Internet del settimanale cattolico Toscanaoggi citando le parole del filosofo danese Soren Kierkegaard: «Gesù non desidera ammiratori, ma seguaci; non vuole applausi, ma discepoli». «Così - spiega don Tognetti - anche don Divo Barsotti: pur avendo grandi capacità e grandi doti, e una vita di preghiera fuori dal comune, è scappato sempre da ciò che può semplicemente apparire. Irriducibile, anima tesa all’Assoluto, don Divo ha sempre dichiarato di aver cercato la volontà di Dio sino alla fine, senza sentirsi mai appagato in alcun posto. A iniziare dalla propria Diocesi, San Miniato, appena ordinato sacerdote, tanto che nel dopoguerra il Vescovo lo lasciò partire volentieri per Firenze».
«Scrittore senza cercare pubblicità, uomo di preghiera che sentiva l’urgenza di comunicare la propria esperienza, amico di molti senza dipendere da nessuno, insegnante di teologia ma senza programmi didattici, padre di una Comunità numerosa ma senza averlo cercato, la vita di don Divo - prosegue don Tognetti - si riassume bene nel titolo di un suo diario spirituale: La fuga immobile (pubblicato nel 2004 da San Paolo Edizioni, ndr). Si fugge dal mondo, dalle sue convenzioni, dalle sue vanità e dal suo dominio, ma per rimanere immobili in Dio, fermi nei principi immutabili di sempre, nella tradizione, nell’amore alla Chiesa».


«Sofronio di Gerusalemme - scrisse don Divo nel 1973 - fu eletto Patriarca di Gerusalemme a 84 anni; è necessaria tutta la vita per prepararsi a compiere quella che è la nostra missione». Per questo la sua giornata di Casa San Sergio, piccola casa sui colli fiorentini nella quale ha vissuto dal 1956 alla morte, è stata scandita da un ritmo di preghiera, di silenzio, di meditazione, di ascolto.

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