Morto Lorscheider il «Pontefice» di Giovanni Paolo I

In quelle ore afose dell’agosto 1978, nell’ultima votazione del conclave dal quale stava per uscir Papa Giovanni Paolo I, il nome del cardinale Aloisio Lorscheider, arcivescovo di Fortaleza, venne scrutinato una sola volta. Ma era un voto pesante, perché a scriverlo era stato il patriarca di Venezia Albino Luciani, che di lì a poco si sarebbe affacciato vestito di bianco dalla loggia di San Pietro. Quel giovane cardinale brasiliano, infatti, era il suo candidato per il papato.
È morto ieri l’arcivescovo emerito di Aparecida Aloisio Lorscheider, 83 anni, uno dei protagonisti della storia della Chiesa latinoamericana, candidato al conclave che si tenne dopo la morte di Paolo VI. Nato da genitori di origine tedesca, a Estrela, l’8 ottobre 1924, prete nel 1948, si laurea in dogmatica a Roma. Dopo aver fatto il professore, nel 1962 è nominato vescovo di Santo Ângelo dove rimane per più di undici anni dando impulso al seminario e alla missione, instaura un vivo rapporto con i sacerdoti e i fedeli, intraprende una costante visita alle parrocchie nelle quali amministra personalmente i sacramenti, inclusa la confessione. Partecipa a tutte le sessioni del Concilio. Paolo VI, che lo stimava molto, lo promuove a Fortaleza nel 1973 e tre anni dopo lo crea cardinale. Dal 1976 al 1979 è stato presidente dei vescovi latinoamericani. Nel 1995 Papa Wojtyla lo trasferisce ad Aparecida, dove sorge un famoso santuario mariano. Diocesi storicamente importante, ma più piccola. Già da molti anni, infatti, Lorscheider soffriva di cuore.
Protagonista dei conclavi del 1978, vi era entrato a 53 anni, come il più giovane dei cardinali. Fu lo stesso Giovanni Paolo I, appena eletto, a rivelare che il suo voto era andato al brasiliano, che a sua volta era stato uno dei suoi grandi elettori. I due si erano conosciuti durante il viaggio di Luciani in Brasile nel 1975. Era stato il cardinale brasiliano a diffondere, prima dell’elezione, l’identikit di un «Papa pastore», fermo nelle cose essenziali della fede e aperto dal punto di vista sociale, che bene si attagliava alla figura di Luciani. Dopo la repentina e prematura morte del pontefice veneto che aveva regnato appena 33 giorni, Lorscheider sostenne la candidatura di Karol Wojtyla, perché credeva ancora all’attualità dell’identikit del «Papa pastore».
Mentre era arcivescovo di Fortaleza aveva ricevuto numerose minacce di morte per le sue ferme denunce sociali.

La sua ultima intervista, rilasciata a Stefania Falasca per la rivista 30Giorni, lo scorso giugno, Lorscheider aveva parlato dell’enciclica Populorum progressio di Paolo VI: «Fu una sorpresa. Nel clima della guerra fredda che si respirava allora, il Papa intendeva testimoniare che la vera cortina di ferro era quella che divideva il Nord e il Sud del mondo, “i popoli dell’opulenza” dai “popoli della fame”».

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