Morto Pesce, il partigiano medaglia d’oro

La camera ardente allestita nella Sala Alessi di Palazzo Marino

Per Letizia Moratti è «stata una figura molto importante per la storia della Repubblica e molto significativa per le nostre vite». E mentre per Emanuele Fiano (Ulivo) è «colonna vertebrale della nostra Repubblica», per il sindaco di Roma Walter Veltroni è ancora «esempio per le giovani generazioni».
Ma Giovanni Pesce - scomparso ieri all’età di 89 anni al Policlinico per i postumi di una caduta in casa - resta nella storia della guerra civile come il comandante «Visone», che organizzava le azioni dei gruppi d’azione partigiana (ognuno composto da tre-quattro uomini e collegato alla direzione del Pci clandestino, ndr) contro civili e soldati della Repubblica Sociale. Azioni di guerriglia quasi sempre seguite da eccidi per rappresaglia. I funerali della medaglia d’oro al valore partigiano si svolgeranno lunedì (ore 15) a Palazzo Marino, dove la mattina (ore 8) sarà aperta la camera ardente. A settembre, alla ripresa dei lavori consiliari, preannuncia Manfredi Palmeri, «il consiglio lo commemorerà come cittadino benemerito di Milano, medaglia d’oro nel 1964, e consigliere comunale dal 1951 al 1964».

E, sorpresa, la scomparsa di Pesce ha riavvicinato la sinistra di governo a quella radicale: tutti uniti nel ricordo del partigiano che in tasca con quella dell’Anpi, l’associazione partigiani, aveva la tessera di Rifondazione.

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