Roma

Moschea, 30mila per la fine del Ramadan Polemiche sugli spazi negati ai musulmani

Si è celebrato ieri l’ultimo giorno del Ramadan, il mese sacro dei musulmani. Stamani nel Centro islamico culturale d’Italia, dove ha sede la moschea di Forte Antenne (la più grande d’Europa), le comunità islamiche della Capitale daranno inizio alla festa di interruzione del digiuno, osservato per 30 giorni dall’alba al tramonto. Dopo le tre preghiere del mattino i musulmani saranno in vacanza per tre giorni. Nella moschea è prevista la presenza di 30mila persone. Durante il mese del Ramadan sono state calcolate in tutto circa 70mila presenze, compresa la celebrazione di oggi. Non sono mancate le polemiche. Pochi giorni fa l’associazione per i diritti degli stranieri «Dhuumcatu» aveva denunciato la mancata concessione, in occasione della fine del Ramadan, del permesso di celebrare una preghiera pubblica a Villa De Santis e nei giardini di piazza Vittorio Emanuele II da parte del Comune. Una decisione «condivisibile», secondo l’esponente del Centro islamico Mario Scialoja, trattandosi di una piazza al centro dove hanno diritto di accesso anche cittadini di fedi diverse. Dal Campidoglio, secondo Scialoja, avrebbero riferito che in città ci sono altri luoghi di culto sufficienti. Inoltre, «un massiccio numero di persone a Piazza Vittorio avrebbe causato disagi al traffico e agli altri cittadini». Ma «Dhuumcatu» non molla. Dall’associazione è stato annunciato che oggi, a partire dalle 8,30, le celebrazioni in Piazza Vittorio e a Villa De Santis si terranno comunque. Invitati a partecipare anche i rappresentanti delle istituzioni, che così potranno assistere, per la prima volta, alla «Khutba» (l’orazione solenne islamica) in lingua italiana.
Chiusura del Ramadan tra le polemiche anche in X municipio. Il presidente Sandro Medici accusa Comune e questura di vietare la preghiera dei musulmani, richiesta dal consigliere municipale aggiunto, il bengalese Khan Ayub. «La ragione - sostiene Medici - è la contiguità dell’area richiesta con la parrocchia di San Policarpo, nel Parco degli Acquedotti, cosa che è stata evidentemente considerata provocatoria».

Oggi il palazzo municipale «resterà aperto per ospitare un raduno di preghiera e incontro, organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio per gli immigrati di fede musulmana».

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