La moschea al Lagaccio tra lavori da fare e favori ai centri sociali

Poi c'è tutto il discorso che si riferisce a quello che il Comune spenderà ancora in quell'area. Sì, perché l'area del Lagaccio è stata offerta dal Comune un po' a tutti. Agli islamici appunto, al «Terra di Nessuno» e agli «Amici di via Napoli». Tutti hanno in mano un atto che li autorizza a stare lì. Ci sarebbero anche i cittadini del Lagaccio che avrebbero ricevuto promesse su quell'area (e da ben più tempo), ma di quelli la sindaco «se ne frega perché sono di destra», quindi problema risolto. Tornando a quelli che meritano l'attenzione della sindaco, per fare in modo che siano tutti contenti saranno accontentati a spese del Comune, cioè dei genovesi.
Nell'atto di «concessione di immobile ad uso sociale» dell'ex fabbrica Rasore al centro sociale, firmata da Tursi e don Gallo, c'è infatti scritto che a spese nostre verrà «eseguito l'impianto elettrico a norma entro la data del 31/1/2012». Cioè l'urgenza della città e dare la luce al centro sociale (peraltro già fatto). Che per circa 600 metri quadrai di struttura, pagherà 100 euro al mese. Teoricamente. Perché oltre allo sconto del 90 per cento, Tursi garantisce che se i bravi ragazzi faranno «lavori di miglioria nei locali» potranno «scomputare dai canoni» il corrispettivo. Con la scusa di dare una mano di bianco, non pagheranno affitto per anni.
Il problema è che per il centro sociale, il Comune non ha mica previsto l'ex fabbrica Rasore. Troppo scassata. Infatti gli islamici, per sdebitarsi, pagheranno i lavori per il basamento che ospiterà la futura struttura destinata al «Terra di Nessuno». Allora perché spendere subito tutti quei soldi per l'impianto elettrico in una struttura che verrà usata solo per un po'? Così come, una domanda retorica sarebbe quella da fare per sapere come mai i soci della bocciofila appena rifatta dal Comune accettano senza fiatare che la loro struttura venga data in affidamento, con tutto il terreno intorno, alla comunità che intende realizzare la moschea. È fin troppo evidente che qualche accordo conveniente anche per gli Amici di via Napoli (e quindi costoso per la città) è già stato raggiunto.
Tutti dubbi cui non sanno rispondere neppure gli amministratori cittadini. Neppure i consiglieri comunali che (forse) saranno chiamati a votare il progetto della moschea al Lagaccio. Infatti la delibera assunta dalla giunta Vincenzi è stata inoltrata ai consiglieri senza l'allegata mappa con l'indicazione delle diverse zone interessate dai vari insediamenti. Visto che la planimetria, come dice lo stesso atto, «fa parte integrante e sostanziale» della delibera, ai consiglieri è stato fornito un documento incompleto, impossibile da valutare. Probabilmente proprio perché sarebbe bastato sovrapporre quella piantina alle altre relative agli accordi fatti con altri soggetti, per capire che il Comune ha dato un po' a tutti le stesse aree.
Quella piantina è la stessa che mostrava Milena Pizzolo, la consigliera del Municipio Centro Est presente alla seduta di consiglio comunale di martedì. Quella piantina requisita dai vigili urbani. «Vorrei capire cosa c'è sotto - incalza Pizzolo -. Vorrei ad esempio sapere perché nella delibera per la proposta di moschea al Lagaccio la giunta non ha scritto che sul terreno valutato 101mila euro, sorge la bocciofila costata da sola 223mila euro poco tempo fa. Tra l'altro la sindaco non può neppure dire di non averlo saputo, visto che lei stessa l'aveva inaugurata». Pizzolo però fa anche presente che 1424 metri quadrati ricompresi nell'area individuata per la moschea «erano vincolati con destinazione a verde pubblico, usufruibili da tutti. Invece così resteranno a disposizione della comunità islamica». La cartina mostrata in aula avrebbe smascherato i controsensi del Comune? «Avrebbe mostrato che diversi atti assegnavano a fini e gruppi diversi, sempre la stessa zona - replica Pizzolo -. Ma visto che sono tutti amici della sindaco, troveranno il modo di essere tutti accontentati. Ovviamente a spese del quartiere. Perché vorrei sapere quanti soldi verranno davvero spesi dal Comune (e alcuni sono già stati indicati) affinché tutti vengano accontentati. E soprattutto perché anziché basamenti e impianti elettrici per i centri sociali il Comune non abbia prima speso soldi per completare l'allargamento di via del Lagaccio, per abbattere i pericolosi costoni di roccia e per la messa in sicurezza della scarpata».
Molto più semplicemente. L'ostinazione di realizzare la moschea al Lagaccio ha messo in moto una serie di interventi e spese per il Comune.

Concedere l'autorizzazione a Coronata non sarebbe costato davvero nulla, se non in termini elettorali in un bacino rossissimo. Si possono portare scuse di ogni tipo da parte del sindaco. Non quella che la moschea al Lagaccio non costerà un centesimo ai genovesi.
Diego Pistacchi

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